di Emanuele
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Spingere
sulla crescita delle salse etniche. E’ l’ultima sfida di Saclà dopo lo sviluppo
della multicanalità, delle private label, la diversificazione dell’offerta
rispetto alle classiche olive, sottaceti e sottoli nonché il maxi investimento
nel nuovo stabilimento di Castello D’Annone.
“Il comparto
delle salse etniche è trasversale a tutti i canali - dichiara Federico
Ghisolfi, direttore commerciale Italia di Saclà -. Va nella gdo come nel food
service e nella produzione di private label. Abbiamo già la tecnologia
necessaria e siamo convinti che continuerà a performare. Si tratta di 20
referenze: dalla classica ketchup e barbecue alla salsa guacamole, greca,
messicana e thai”.
Tra le ultime novità di Saclà ci sono anche i piatti freschi pronti per il
canale bar, con scelte estive, come le insalate di cereali, e invernali, con
risotti, polente pronte e contorni di verdure.
Quanto alle quote di mercato, Saclà dichiara la leadership nelle olive
conservate con una quota nella distribuzione moderna intorno al 20% nonostante l’ascesa
delle private label e il ruolo della regionalità. Nel frammentatissimo comparto
dei sottaceti e sottolio, l’azienda dichiara una posizione preminente sia pure
con una quota vicina al 5%.
Il nuovo
polo
Sul fronte
aziendale, il ceo Chiara Ercole, terza generazione, conferma che per lo
stabilimento di Castello D’Annone è stato necessario “un investimento di oltre
21 milioni di euro. L’operazione è avvenuta con l’intervento di Invitalia che,
attraverso il contratto di sviluppo, ha concesso un finanziamento a fondo
perduto di 8,1 milioni, messo a disposizione dal ministero delle imprese e del
made in Italy”.
L’obiettivo
a medio termine dell’imprenditrice è quello di trasferire tutta la produzione
nel nuovo sito, lasciando lo stabilimento storico che sorge nel centro abitato
di Asti. “Abbiamo concepito il nuovo insediamento industriale con l’obiettivo
di pianificare l’ampliamento ed efficientare ogni passaggio della filiera
produttiva” sottolinea.
Si tratta di un’ex area industriale dismessa e riqualificata con una
impostazione a basso impatto ambientale: 1.600 mq di pannelli solari, 350 kw di
energia elettrica autoprodotta, sistemi avanzati di gestione del ciclo
dell’acqua, abbattimento delle emissioni di Co2.
Export
oriented
Saclà realizza
ricavi per 140 milioni di euro, per metà all’estero, in particolare in Uk,
Francia, Australia e Usa. Nel mix del fatturato, il 70% riguarda Saclà e il 30%
la produzione di private label.
“Il 2022 è stato un anno complicato dall’impennata dei costi dell’energia e
degli imballaggi che ha lasciato il segno – sottolinea Ercole –. La categoria
ha risentito dell’aumento dei prezzi, un dato importante per prodotti come i
nostri, soggetti ad acquisti saltuari”.
Per Ghisolfi
nel primo quadrimestre del 2023 il rallentamento delle vendite dei prodotti
tradizionali è stato compensato dall’accelerazione di quelli innovativi. Fra le
tante sfide avviate, il manager confida sull’ulteriore sviluppo del canale food
service: oggi incide sul fatturato per il 5% ma in un triennio dovrebbe
raddoppiare.