L’Ue lavora sull'etichetta degli alimenti contenenti probiotici
L’Ue lavora sull'etichetta degli alimenti contenenti probiotici
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Dal 2012 la normativa Ue vieta di evidenziare la presenza di probiotici sulle confezioni o nelle pubblicità di un prodotto alimentare; inoltre, dato che gli effetti di questi sono ceppo-specifici, per evidenziarli sull’etichetta bisogna ottenere un’autorizzazione da parte dell’Efsa.
Assolate sottolinea che questo paradosso limita gli investimenti in ricerca, frena l’innovazione di prodotto e impedisce una corretta informazione ai consumatori. Basti pensare che secondo i dati Euromonitor il mercato di questi alimenti è cresciuto negli Usa, in America Latina, in Asia e Medio Oriente mentre nel Vecchio Continente è calato dell’8%. L’associazione ha quindi deciso di presentare un dossier alle istituzioni di Bruxelles per avviare una soluzione comunitaria dei termini “batteri probiotici”.
Le “linee guida sui probiotici” che l’Italia ha adottato nel 2000 sono considerate positive e stanno servendo da modello per l’Europa.
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