Isa, azienda con oltre 60 anni di storia nella produzione della refrigerazione professionale, ha iniziato la sua trasformazione per uno sviluppo sostenibile a partire dal Protocollo di Montreal, fine anni ’80, che ha stabilito l’inutilizzabilità di sostanze nocive per l’ambiente.

Con un fatturato di 120 milioni (2022), Isa è un’azienda tutta italiana con oltre 700 persone tra donne e uomini. Una realtà che si sviluppa su un’area di 280.000 mq. su cui prendono forma gli impianti di produzione, la logistica, gli uffici, lo show-room espositivo e il museo aziendale. Con i suoi cinque marchi, Isa, Cof, Tasselli, Hizone e Abaco, produce e distribuisce in 120 Paesi del mondo tecnologie per la refrigerazione e arredamenti per bar, gelaterie, pasticcerie, ristoranti, gastronomie, laboratori alimentari, supermercati e grande distribuzione.

Per contribuire all’abbattimento del riscaldamento globale, da oltre 15 anni ISA utilizza gas refrigeranti naturali che hanno un impatto irrilevante sull’effetto serra, non sono tossici e presentano un Global Warming Potential estremamente basso.

Il cammino è lungo, ma Isa è una di quelle realtà industriali che rappresenta un modello di eccellenza. Come dimostrano le scelte fatte in tanti anni: dall’impianto fotovoltaico all’utilizzo di energia proveniente solo da origine rinnovabile; dal riscaldamento a pavimento, anche nel polo produttivo, all’impegno a soddisfare tutti e tre i parametri di Greenhouse Gas Protocol, scope 1 – 2 – 3, che esprimono il quadro di riferimento globale per la misurazione e la gestione delle emissioni di gas a effetto serra derivanti dall’attività industriale.

«Abbiamo una visione inclusiva della sostenibilità – afferma Marco Giulietti, amministaratore delegato - che comprende gli aspetti economici, sociali e ambientali. Per questa ragione lavoriamo con grande attenzione alla crescita delle persone anche attraverso una Academy interna che si occupa proprio di offrire ai collaboratori una formazione sotto il profilo delle competenze trasversali. Siamo convinti che le aziende crescono solo se insieme a loro anche le persone crescono».