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Le vendite di Eataly giù del 30%. Un aumento di capitale per uscire dalle secche

Le vendite di Eataly giù del 30%. Un aumento di capitale per uscire dalle secche
Le vendite di Eataly giù del 30%. Un aumento di capitale per uscire dalle secche

Le vendite di Eataly giù del 30%. Un aumento di capitale per uscire dalle secche

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Emanuele Scarci

di Emanuele Scarci

Tempi duri per Eataly.

Al vertice della società fondata da Oscar Farinetti è stato cooptato un presidente espressione dell’azionista di minoranza Tip mentre si prepara una tranche di un aumento di capitale, necessaria per superare le secche del covid.

Il consiglio di amministrazione ha nominato Alessandra Gritti (da capire con quali deleghe), già amministratore delegato di Tip, la società d’investimento che partecipa Eataly con circa il 20%. Gritti sembra bilanciare i poteri della famiglia Farinetti (quota 58%): Francesco Farinetti è infatti l’amministratore delegato.

Lo scorso giugno era stato deliberato un aumento di capitale di 25 milioni per dare ossigeno alla catena di distribuzione Eataly: una prima parte di 15 milioni è stata sottoscritta, il saldo entro l’anno in corso.

Ristorazione colpita

Nel 2020 Eataly, riporta la lettera agli investitori di Tip, “ha sofferto per i pesantissimi vincoli all’attività di ristorazione riscontrati in tutto il mondo. La parte mercato, costantemente aperta al pubblico e l’attività on line hanno contrastato i cali di fatturato, ma solo parzialmente, dato che circa la metà delle vendite di Eataly nel mondo è costituita dalla ristorazione”.

I risultati preliminari 2020 di Eataly indicano ricavi di 353,4 milioni, in calo del 29% rispetto ai 501 milioni del 2019, un Mol negativo di 14,6 milioni e un indebitamento finanziario netto di 116 milioni.

Business model

Per la catena dei Farinetti è più che mai aperto il quesito sulla sostenibilità del business model di Eataly (il margine è risicato). Sfida oggi complicata da una pandemia che ha colpito in profondità gli Usa, il mercato core di Eataly. Dagli Stati Uniti arrivano, presumibilmente, gli utili per il resto del gruppo italiano.

Il futuro è incerto: dipende dall’evoluzione della pandemia ma l’avanzamento della campagna di vaccinazione negli Stati Uniti potrebbe avere effetti positivi già dall’estate. A livello strategico si è deciso di continuare a mantenere i tempi e i ritmi delle nuove aperture e pertanto in dicembre è stato inaugurato un negozio a Dallas e nei prossimi mesi sarà aperto il mega-store di Londra.

Tip tace invece delle chiusure dei punti vendita di Bari e Forlì.


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