Di Emanuele Scarci

Una rete di negozi specializzata in prodotti dolciari non giustifica costi esorbitanti e Ferrero è costretta a prenderne atto.

Chiuderanno i 61 negozi della britannica Thorntons, società acquisita dal gigante del dolciario Ferrero nel 2015. A rischio i 603 addetti. La notizia arriva dalla stessa Thorntons, secondo cui la rete fisica sarà sostituita dall'e.commerce.

Circa 6 anni fa Ferrero lanciò un’Opa sull’azienda produttrice di cioccolato fondata nel 1911. Il merger valorizzò il gruppo britannico 157,6 milioni di euro con un’offerta interamente cash.

La campagna acquisti

Questo di Thorntons è il primo provvedimento difficile adottato dal management di Giovanni Ferrero dopo lo shopping miliardario avviato, appunto, con Thorntons.

E proseguito nel 2016 con la belga Delacre, nel 2017 con il cioccolato americano di Fannie May e Ferrara Candy (gummy and seasonal candies), nel 2018 con il business dolciario di Nestlé Usa; nel 2019 Ferrero ha rilevato il ramo biscotti, snack alla frutta, gelati e crostate di Kellogg Company, quindi la spagnola Ice Cream Factory Comaker (con l’ingresso nel gelato) e l’americana Kelsen Group dalla Campbell Soup Company. Il 2020 si è chiuso con una doppietta britannica: i biscotti a marchio Fox’s e gli snack salutari di Eat Natural.

I risultati

Nel 2020 (chiusura 31 agosto 2020) il fatturato consolidato di Ferrero International è cresciuto del 7,8% a 12,3 miliardi di euro: 900 milioni in più generati dall’acquisizione integrale nel bilancio consolidato di Keebler, ceduto da Kellogg Company.

Al netto delle acquisizioni la crescita organica si attesterebbe al +1,5% ai tassi di cambio correnti.