La forbice delle vendite: a giugno alimentari -3,8% dei volumi e +6,8% del valore
La forbice delle vendite: a giugno alimentari -3,8% dei volumi e +6,8% del valore
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di Emanuele
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Su i prezzi giù i volumi.
A giugno la forbice fra prezzi in tensione e carrello meno pieno rimane
sempre aperta sebbene si riduca lievemente.
Secondo le rilevazioni Istat, le vendite al dettaglio evidenziano una crescita tendenziale generale a valore del +3,6% (dal +3%) a fronte di un calo a volume del -3,5% (da -4,7%).
Spacchettando i dati generali, emerge che il trend degli alimentari, rispetto all’anno scorso, sconta un calo del 3,8% a volume e un balzo a valore del 6,8%. Le vendite al dettaglio pagano il prezzo di un'inflazione nel carrello della spesa che a giugno era +10,7%. Meno tensione sui prezzi del non food: la contrazione delle vendite a volume è del 3,2%, a fronte di una variazione dei listini del +1,1%.
Quanto ai canali commerciali, rispetto a giugno 2022, il valore delle vendite al dettaglio è in crescita del 5,7% nel canale ipermercati, del 7,4% nei supermercati e del 9,4% nei discount. Quindi nei negozi low cost l’aumento dei prezzi è, in percentuale, più pesante
Per quanto riguarda i singoli prodotti del non food, l’aumento maggiore del valore delle vendite riguarda i prodotti della profumeria (+9,1%) e i casalinghi (+4,1%). A picco gli elettrodomestici (-3,4%).
Consumi depressi
Per Carlo
Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, “nonostante la crescita
dei prezzi stia rallentando, i consumi continuano a rimanere in terreno negativo
per quanto riguarda i volumi. L’andamento negativo dei consumi, soprattutto nel
comparto alimentare, continua a destare preoccupazione”.
Poi sul delicato tema del paniere a prezzi calmierati, Buttarelli sottolinea che la distribuzione moderna sta collaborando con il Governo sul progetto di un ‘Trimestre anti-inflazione’, “dichiarando la propria disponibilità a firmare un protocollo, su un paniere di prodotti a prezzi calmierati, che assumerebbe maggiore efficacia se condiviso anche con il settore della trasformazione industriale. Da mesi chiediamo all’industria di mostrare senso di responsabilità verso le famiglie, abbassando, laddove possibile, i propri listini di vendita. Ancora una volta l’industria di trasformazione, sollevando argomentazioni pretestuose e strumentali, si dichiara indisponibile a sottoscrivere l’accordo. La distribuzione moderna, invece, conferma la volontà di continuare nella collaborazione con il Governo, per ricercare comunque possibili forme che consentano di contrastare l’inflazione, a tutela di famiglie e consumi”.
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