Istat, a luglio i prezzi nel carrello scendono solo di un decimale: +10,4%
Istat, a luglio i prezzi nel carrello scendono solo di un decimale: +10,4%
- Information
di Emanuele
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Niente da fare, a luglio la febbre nel carrello della spesa rimane sostanzialmente stabile e a due cifre.
A luglio l’indice Istat relativo al
carrello della spesa (comprende alimentari e beni per la pulizia della casa e
della persona) scende di solo un decimale, dal +10,5% a +10,4% su base annuale. Mentre si
allarga la forbice con l’indice nazionale che cala dal 6,4% al 6%.
A sostenere l’inflazione nazionale, ma soprattutto i prezzi nel carrello, è la componente
dei beni alimentari che
rimane ben al di sopra del 10%. Esattamente al 10,9%, dall’11% di giugno. Il valore più
elevato in assoluto di tutte le componenti. Segnale inequivocabile che sui
retailer si stanno
ancora scaricando gli aumenti
residui dell’industria non recepiti nel 2022.
Il rientro
dall’inflazione in Italia appare in ritardo rispetto ad alcuni Paesi dell’Eurozona
e anche degli Usa. A luglio, in Spagna i prezzi aumentano del 2,3%, in Francia del
4,3% e in Germania del 6,2%. Negli
Stati Uniti l’inflazione è
al 3%.
Sull’ultimo dato Istat, Carlo Alberto Buttarelli, presidente di
Federdistribuzione, commenta:
“Registriamo ulteriori segnali di rallentamento della crescita dei prezzi
rispetto ai mesi scorsi.
Tuttavia, i consumi rimangono ancora deboli, in particolare per quanto riguarda i volumi di vendita del settore
alimentare, a causa del livello dei prezzi acquisito e dall’incertezza che hanno
caratterizzato i mesi scorsi”.
Paniere a tempo
Oggi è in agenda un nuovo round fra ministero delle Imprese, retailer e industria alimentare per tentare un accorso sul protocollo chiamato “Trimestre antinflazione”. Si tratta di predisporre un paniere di beni di largo consumo a prezzi calmierati, come pasta, riso, latte, uova, olio.
Una bozza in
circolazione prevede che le associazioni della Gdo e della filiera si impegnino
a convincere i loro membri a offrire fra ottobre e dicembre una selezione di
prodotti a prezzi calmierati e non soggetti ad aumenti. Non si tratta di una
legge ma di un accordo, la cui efficacia dipenderà dalla volontà delle parti.
A questo proposito, Buttarelli aggiunge che “è necessario che anche l’industria di produzione dei beni di largo consumo faccia la sua parte con senso di responsabilità, abbassando, laddove possibile, i propri listini di vendita. Un’azione, questa, che consentirebbe la riduzione dei prezzi al consumo su alcune categorie di prodotti”.
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