Il private equity decolla nel retail
Il private equity decolla nel retail
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Il settore retail & consumer product italiano è diventato appetibile per gli investitori di private equity e di private debt.
Il 2016 risulta essere un anno top per le operazioni di private equity: 28, di cui 14 nei beni di consumo e 10 nel food & beverage e 4 nel retail & wholesale. A triplicare anche il valore totale dei deal con una media investita per operazione di 88 milioni rispetto ai 38 dell’anno precedente. Il valore della transazioni, per le quali è stato reso pubblico il prezzo, ha così toccato 1.8 miliardi di euro. Per mettere a fuoco lo stato dell’arte del settore e il livello di maggiore attenzione riservato dagli operatori al retail & consumer products, la società di consulenza EY ha condotto per Confimprese un’analisi specifica sul mondo del PE.
«Il private equity – spiega Mario Resca, presidente Confimprese – segue con crescente attenzione il mondo del retail a riprova dell’attrattività e forza delle catene italiane. Il PE ha dimostrato di valutare a multipli crescenti le prospettive di sviluppo del retail, che vale in totale in Italia circa 900 miliardi di euro stimato in crescita del 2,3% entro il 2020, mentre i sotto settori analizzati, beni di consumo, food & beverage e retail & wholesale, ammontano a 400 miliardi con un incremento dell’1,4 per cento. Il retail attira i player PE perché offre la possibilità di implementazione di fatturati e utili attraverso la valorizzazione degli asset principali. Le operazioni di PE massimizzano il valore della quota venduta e permettono la crescita di valore di quella residua».
Ad attirare l’attenzione degli analisti è il numero crescente di investitori stranieri nelle aziende italiane.
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