Il modo di fare la spesa cambia il nostro frigorifero?

Il modo di fare la spesa cambia il nostro frigorifero?
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Nell’hub Whirlpool di Cassinetta di Biandronno, provincia di Varese, si fotografa, si filma e si studia, in laboratorio e nell’ambiente domestico, come gli italiani si rapportano con l’elettrodomestico più presente e più ingombrante: la combinazione frigorifero-congelatore.
Le tendenze emergenti vanno in due direzioni: maggiore capacità e alte prestazioni per preservare cibi naturali e senza conservanti. «Se un tempo l’unica funzione richiesta a questi elettrodomestici era quella di conservare, oggi si chiede loro di gestire il cibo e le sue proprietà; per questo si va alla ricerca della massima freschezza e del mantenimento nel tempo delle qualità nutrizionali degli alimenti –spiega ancora Gigliana Orlandi–. Accanto a questo c’è decisamente una preferenza per frigo e freezer ad alta capacità, e questo ci pone delle sfide notevoli nel campo della conservazione».
Da una parte c’è quindi la richiesta di maggiore spazio: la spesa non si fa tutti i giorni e talvolta nemmeno tutte le settimane, da qui l’esigenza di avere apparecchi ad alta capacità per riporre grosse scorte. Il packaging tende a essere più complesso e ingombrante e sono soprattutto i vani per bottiglie e brick –delle dimensioni sempre più “americane”, oversize– a crescere di volume, sfruttando al meglio l’anta. Dall’altra, conferma Gigliana Orlandi, «Cresce nei consumatori la richiesta di naturalità. Ma i cibi a chilometro zero, biologici, acquistati nei farmer’s market, hanno la particolarità di essere più delicati, di deperire più in fretta rispetto a quelli tradizionali. Le tecnologie di conservazione fanno quindi la differenza».
Le tendenze emergenti vanno in due direzioni: maggiore capacità e alte prestazioni per preservare cibi naturali e senza conservanti. «Se un tempo l’unica funzione richiesta a questi elettrodomestici era quella di conservare, oggi si chiede loro di gestire il cibo e le sue proprietà; per questo si va alla ricerca della massima freschezza e del mantenimento nel tempo delle qualità nutrizionali degli alimenti –spiega ancora Gigliana Orlandi–. Accanto a questo c’è decisamente una preferenza per frigo e freezer ad alta capacità, e questo ci pone delle sfide notevoli nel campo della conservazione».
Da una parte c’è quindi la richiesta di maggiore spazio: la spesa non si fa tutti i giorni e talvolta nemmeno tutte le settimane, da qui l’esigenza di avere apparecchi ad alta capacità per riporre grosse scorte. Il packaging tende a essere più complesso e ingombrante e sono soprattutto i vani per bottiglie e brick –delle dimensioni sempre più “americane”, oversize– a crescere di volume, sfruttando al meglio l’anta. Dall’altra, conferma Gigliana Orlandi, «Cresce nei consumatori la richiesta di naturalità. Ma i cibi a chilometro zero, biologici, acquistati nei farmer’s market, hanno la particolarità di essere più delicati, di deperire più in fretta rispetto a quelli tradizionali. Le tecnologie di conservazione fanno quindi la differenza».
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