Federdistribuzione: con la liberalizzazione degli orari più occupazione e sostegno ai consumi

Federdistribuzione: con la liberalizzazione degli orari più occupazione e sostegno ai consumi
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“Con la liberalizzazione degli orari siamo riusciti a dare un miglior servizio ai cittadini, che vogliono un commercio moderno e in grado di rispondere alle loro nuove esigenze – afferma Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione – Ogni passo indietro rispetto al “Salva Italia” sarebbe incomprensibile per le famiglie che si sono abituate ad avere anche la domenica e i giorni festivi per fare gli acquisti e incoerente con il Paese che il Presidente del Consiglio Renzi vuole costruire, più competitivo, moderno, semplificato nelle leggi e nella burocrazia e vicino ai cittadini. Per non parlare dei continui stimoli a introdurre più concorrenza nei mercati che provengono costantemente dall’Europa e dall’Antitrust, che verrebbero del tutto disattesi con l’introduzione di una nuova regolamentazione degli orari”.
Continua Cobolli Gigli: “La liberalizzazione degli orari ha consentito di distribuire più salari (stimiamo 400 milioni nella sola Distribuzione Moderna Organizzata –DMO); di creare nuova occupazione (4.200 nuovi posti di lavoro nella DMO) e di sostenere quella esistente, minacciata dagli effetti sulle imprese della caduta degli acquisti; di sostenere i consumi, che sarebbero diminuiti in misura ancora maggiore senza le nuove giornate di apertura. Se il quadro delle aperture domenicali e festive dovesse mutare con l’introduzione di alcune giornate di chiusura obbligatoria ci sarebbero inevitabili effetti sui livelli occupazionali”.
Continua Cobolli Gigli: “La liberalizzazione degli orari ha consentito di distribuire più salari (stimiamo 400 milioni nella sola Distribuzione Moderna Organizzata –DMO); di creare nuova occupazione (4.200 nuovi posti di lavoro nella DMO) e di sostenere quella esistente, minacciata dagli effetti sulle imprese della caduta degli acquisti; di sostenere i consumi, che sarebbero diminuiti in misura ancora maggiore senza le nuove giornate di apertura. Se il quadro delle aperture domenicali e festive dovesse mutare con l’introduzione di alcune giornate di chiusura obbligatoria ci sarebbero inevitabili effetti sui livelli occupazionali”.
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