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Il cocomero a buccia nera ritorna sul mercato italiano dopo 30 anni

Il cocomero a buccia nera ritorna sul mercato italiano dopo 30 anni
Il cocomero a buccia nera ritorna sul mercato italiano dopo 30 anni

Il cocomero a buccia nera ritorna sul mercato italiano dopo 30 anni

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Fabio Massi

Dopo oltre 30 anni ritorna sul mercato italiano il cocomero a buccia nera.

Si tratta di una vera e propria evoluzione del gusto, risultato di un lungo lavoro di ricerca durato ben 7 anni. Si può annoverarlo come l’orgoglio del made in Italy ‘Dolce Passione’, il cocomero a buccia nera pronto a sbarcare nel mercato dalla metà di maggio e sicuramente a lascare il segno. Prima di tutto per la specificità del prodotto, l’anguria senza semi, in fascia premium. Poi per la tipologia del progetto, frutto di un lavoro di squadra che ha visto Lamboseeds (Sant’Agata Bolognese) impegnata sul fronte della sperimentazione e ricerca avanzata, in una sinergia che ha fatto incontrare il mondo della produzione e commercio insieme ad Alma Seges (Eboli, Salerno) e Ortofrutta Castello (Stanghella, Padova).

Il risultato è una anguria dalla buccia nera brillante e uniforme, dotata di polpa rossa vivace e croccante, con un gusto dal carattere zuccherino importante (grado brix non inferiore a 12, senza dubbio più vivace rispetto al tradizionale), ricca di fibra grazie anche all’assenza del seme. La produzione si attesta su circa 40mila quintali in questa prima fase, dislocata in varie parti d’Italia (dalla Sicilia sino alla Lombardia) per un’area complessiva di circa 100 ettari, selezionando le aree più vocate della produzione del cocomero.

La fascia di mercato del prodotto è alta e non è casuale la scelta di presentarla in anteprima a Macfrut, la più importante fiera di settore italiano, evento sempre più orientato verso l’innovazione tecnologica e di prodotto. Come nel caso di Dolce Passione, prodotto innovativo destinato a lasciare il segno in un mercato delle angurie dai numeri importanti. Secondo gli esperti i consumi di questo frutto sono addirittura superiori a quelli delle banane. Si stima che a livello mondiale la produzione si avvicina ai 100 milioni di tonnellate facendolo diventare il frutto più consumato.

Il consumo di questa cucurbitacea potrebbe in futuro ancora espandersi favorito da alcuni fattori a partire dall’incremento delle temperature del pianeta che influiscono sull’aumento del consumo di questo frutto considerato climaterico dal momento che trova il crescente interesse degli acquirenti, soprattutto in estate quando esprime il massimo del suo potenziale produttivo. Non solo, il cocomero piace anche per il basso contenuto di calorie e l’elevata presenza di acqua nella polpa che lo rende altamente dissetante e ricco di licopene, un antiossidante considerato benefattore della salute.

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