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I centri commerciali chiudono il 2021 con vendite del +21,6% sul 2020, ma il pieno recupero è lontano

I centri commerciali chiudono il 2021 con vendite del +21,6% sul 2020, ma il pieno recupero è lontano
I centri commerciali chiudono il 2021 con vendite del +21,6% sul 2020, ma il pieno recupero è lontano

I centri commerciali chiudono il 2021 con vendite del +21,6% sul 2020, ma il pieno recupero è lontano

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Emanuele Scarci

di Emanuele Scarci

Gennaio 2022 fiacco per il flop dei saldi, ma il 2021 dei centri commerciali si è chiuso con un balzo delle vendite del +21,6% sul 2020, ancora sotto di circa il 15% sul 2019 e con il -26% di visite.


L’Osservatorio del Consiglio nazionale dei centri commerciali (Cncc) segnala una graduale e costante ripresa in tutto il comparto, le cui performance sono state compromesse negli ultimi due anni da chiusure e restrizioni del Governo per contrastare l’emergenza sanitaria.

Ma probabilmente anche dalle chiusure degli ipermercati e dai tagli delle superfici commerciali: è finita l’era del gigantismo commerciale e non sono più operativi ipermercati oltre i 6-7 mila mq. Basta ripensare ai tagli di superfici realizzati dal gigante Carrefour in tutti suoi iper del Centro nord, oltre alla chiusura del pdv marchigiano di Camerano di 10 mesi fa; oppure ai ridimensionamenti realizzati da Conad in tutti gli iper ereditati da Auchan. Quello del Centro commerciale Leonardo di Fiumicino è stato ceduto a Unicomm che ha ridotto la superficie commerciale a 7 mila mq con insegna Emisfero.

Oggi in Italia operano 1.260 poli commerciali con 40 mila negozi. Nel 2019 il volume d’affari ha superato, secondo una stima dell’Osservatorio del Cncc, 139 miliardi di euro, con un’incidenza sul Pil del 7,5%.


Shopping sulle montagne russe

Nell’arco del 2021, il miglioramento delle vendite nei centri commerciali è ripartito soprattutto da giugno, dopo l’allentamento delle restrizioni governative. I fatturati, confrontati con quelli del 2019, sono passati dal -35,9% del periodo gennaio-maggio, al -1,3% del periodo giugno-ottobre. Il trend ha rallentato solo negli ultimi due mesi del 2021, a causa della nuova ondata pandemica che ha causato una flessione del 7,2% delle vendite, sempre rispetto allo stesso periodo del 2019.

La grave crisi sanitaria ha però indotto alcuni cambiamenti nelle abitudini di spesa delle famiglie: a fronte, infatti, di un numero inferiore di ingressi nei centri commerciali, è aumentato l’importo dello scontrino medio. In altre parole, i consumatori hanno preferito ridurre la frequenza del centro commerciale facendo scorte di beni.

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