Grana Padano: no ai cibi sintetici, sì alla sostenibilità
Grana Padano: no ai cibi sintetici, sì alla sostenibilità
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Sì alla biodiversità e alla sostenibilità dell’agricoltura e della zootecnia italiane, no ai cibi sintetici e a modelli alimentari che vogliono omologare al ribasso le produzioni agricole.
Sono i principi irrinunciabili che il Consorzio tutela Grana Padano porterà al Villaggio Coldiretti, dove, dal 30 settembre al 2 ottobre, tra il Castello Sforzesco e l’Arco della Pace a Milano, sarà ribadita la centralità del made in Italy agroalimentare nel sistema economico e per la sicurezza alimentare.
«Per i produttori di Grana Padano dop è vitale ogni iniziativa tesa a contrastare i cibi sintetici – sottolinea Renato Zaghini, presidente del Consorzio di tutela –. Provengono soprattutto da produzioni ogm, che interferiscono in modo negativo con il microbiota umano, e quindi antitetici alle produzioni di qualità, frutto di materie prime provenienti da ben precise zone di produzione.
Li producono soprattutto gruppi multinazionali che, non potendo far proprio il business del cibo buono, tradizionale e legato al territorio stanno puntando con grande determinazione verso questo cibo “truffa”».
L’auspicio del consorzio è vedere consolidarsi un ampio e diffuso consenso. «Dobbiamo smentire chi, sbandierando false pretese salvifiche verso l’ambiente, coltiva interessi economici di enorme portata mondiale – commenta Stefano Berni, Direttore generale del consorzio-, che invece contrastano quelli di milioni di storiche imprese basate sulla produzione di latticini, di carni e derivati in genere».
Ed il Consorzio è pronto a dare strumenti concreti a questa mobilitazione. «Vorremo vedere nascere e consolidarsi un progetto coraggioso ed energico basato sull’effettiva salvezza dell’uomo – conclude Zaghini – che altrimenti rischia di essere spinto ad entrare nel mondo della massificazione indiscriminata di persone nutrite, gestite e orientate come robot, private della loro capacità di scelta, alimentate con cibi standard finalizzati a creare nuovi e alternativi interessi economici di portata colossale».
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