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Gli italiani chiedono al nuovo governo un impegno deciso sul fronte dell’occupazione
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Gli italiani chiedono al nuovo governo un impegno deciso sul fronte dell’occupazione
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Lavoro e occupazione saranno tra le priorità nell’agenda del nuovo Governo. Ma quali sono le misure più urgenti e cosa chiedono gli italiani? Un contributo interessante viene da un sondaggio svolto sul tema dell’occupazione dal portale BeTheBoss che verrà presentato nella sua forma completa nel corso del convegno di apertura della fiera “Franchising Nord” che si terrà il 25 e 26 maggio 2013 nei padiglioni di PiacenzaExpo.
Gli intervistati si sono espressi avendo sotto gli occhi una situazione occupazionale assai grave: il tasso di disoccupazione è arrivato all’11,7% con punte del 20% in regioni come la Calabria e la Sicilia; i giovani sotto i 24 anni senza lavoro sono il 38,7%; i precari sono 2,8 milioni.
Per quanto riguarda le cause della emergenza lavoro, la maggioranza ritiene che essa derivi dalla combinazione dell’incapacità dei governi a creare un clima che stimoli le aziende ad investire (56,1%) con la gravità della crisi economica-finanziaria (46,6%), cui si aggiunge il fardello degli ostacoli burocratici (73%). Un altro grosso problema viene individuato dalla legislazione sul lavoro troppo rigida, che per proteggere i lavoratori dal rischio del licenziamento ha in realtà creato un ostacolo a nuove assunzioni (36,3%).
Anche la delocalizzazione delle fabbriche all’estero viene visto come un fattore che ha portato alla stasi attuale (35,7%), mentre sembra essere meno sentito il problema del precariato e dei lavori a tempo determinato: solo il 34,2% degli intervistati ritiene che si sarebbe dovuto procedere con un piano per trasformare i posti di lavoro precari in posti fissi, anche part time (vedi tabella 1).
Gli intervistati si sono espressi avendo sotto gli occhi una situazione occupazionale assai grave: il tasso di disoccupazione è arrivato all’11,7% con punte del 20% in regioni come la Calabria e la Sicilia; i giovani sotto i 24 anni senza lavoro sono il 38,7%; i precari sono 2,8 milioni.
Per quanto riguarda le cause della emergenza lavoro, la maggioranza ritiene che essa derivi dalla combinazione dell’incapacità dei governi a creare un clima che stimoli le aziende ad investire (56,1%) con la gravità della crisi economica-finanziaria (46,6%), cui si aggiunge il fardello degli ostacoli burocratici (73%). Un altro grosso problema viene individuato dalla legislazione sul lavoro troppo rigida, che per proteggere i lavoratori dal rischio del licenziamento ha in realtà creato un ostacolo a nuove assunzioni (36,3%).
Anche la delocalizzazione delle fabbriche all’estero viene visto come un fattore che ha portato alla stasi attuale (35,7%), mentre sembra essere meno sentito il problema del precariato e dei lavori a tempo determinato: solo il 34,2% degli intervistati ritiene che si sarebbe dovuto procedere con un piano per trasformare i posti di lavoro precari in posti fissi, anche part time (vedi tabella 1).
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