Germinal Bio entra nel mercato della pasta nella grande distribuzione italiana
Germinal Bio entra nel mercato della pasta nella grande distribuzione italiana
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Germinal Bio debutta nel mercato della pasta con una linea semintegrale, biologica, con grano italiano da filiera controllata, ottenuta mediante trafilatura ruvida.
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La scelta di produrre pasta risale a circa tre anni fa, quando la B-Corp di Treviso ha acquisito la gestione operativa del Pastificio biologico Astra bio di Cremona. All’interno del recente impianto produttivo di 15.000 mq costruito in bioedilizia dove funzionano tre linee di produzione, di pasta lunga, pasta corta e nidi, e con una potenzialità produttiva di 25.000 Ton/anno, nascono quattro referenze destinate agli scaffali della gdo italiana.
I nuovi formati di pasta - spaghetti, penne, fusilli e tortiglioni - completano l’assortimento di Germinal Bio, fino ad oggi composto da prodotti dolciari e salati da forno, piatti pronti freschi e da una linea di pasta senza glutine (al riso e quinoa, al grano saraceno e mais, al mais e riso e quella al riso teff) presente nei canali specializzati.
In un mercato della pasta “better for you” che vale oltre 96 milioni e di cui il bio detiene il 35%, Germinal Bio sceglie una produzione semintegrale, adatta a chi cerca un gusto meno marcatom ma con i requisiti di benessere tipici della pasta integrale e con un contenuto di fibre pari a 5,7g per 100g, quasi il doppio rispetto a quello della pasta di semola.
Per Germinal Bio, questo percorso produttivo si traduce nella scelta di valorizzare le colture biologiche locali e potenziare l’economia circolare in modo da garantire a tutti gli attori della filiera una giusta remunerazione e rafforzare tutti gli anelli della catena del biologico: dalla semina, raccolta, molitura, fino alla produzione della pasta.
La nuova linea di pasta Germinal Bio è confezionata in un imballo di carta. Si conferma, così, l’impegno green dell’azienda che, negli ultimi 4 anni, sta investendo nella sostituzione dei flowpack a favore degli astucci di carta e nell’impiego di confezioni in materiale compostabile con l’obiettivo di arrivare al 2030 con una riduzione del 75% della plastica da tutti i packaging.
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