Geodis potenzia la propria politica ambientale con un approccio di “eco-design” dei servizi logistici
Geodis potenzia la propria politica ambientale con un approccio di “eco-design” dei servizi logistici
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Per supportare i propri clienti nella riduzione dell’impatto ambientale, Geodis ha sviluppato un approccio “eco-design” dei servizi logistici.
Geodis è uno dei primi operatori logistici
al mondo ad essere stato sottoposto ad audit. La sua
metodologia di eco-design è stata convalidata dall'Associazione francese per
il miglioramento e la gestione della qualità (Afaq).
Implementato dalla Line of business contract logistics di Geodis, la metodologia di eco-design mira ad identificare l’impatto ambientale di un servizio logistico in tutte le fasi del suo ciclo di vita e a proporre aree di miglioramento. L’azienda fornisce ai clienti la loro “carbon footprint” dettagliata e soluzioni per diminuire o addirittura evitare le emissioni di CO2, ad esempio, minimizzando i consumi energetici, migliorando la gestione dei rifiuti, ed ottimizzando edifici, attrezzature e flussi di trasporto. Per uno di essi, ad esempio, Geodis ha proposto un piano per ridurre le emissioni di CO2 del 51% (circa 2.250 tonnellate di CO2 in meno in 5 anni), utilizzando un sistema che integra l’uso di pannelli fotovoltaici e lampade a led, un processo di riciclo, l’ottimizzazione degli spazi e delle attrezzature ed un edificio certificato Breeam.
La metodologia di Geodis si propone di essere esaustiva: incorpora le emissioni di CO2 legate allo svolgimento dell’intero ciclo del servizio. A partire dallo stadio iniziale di contrattazione, include tutte le attività necessarie al completamento del progetto e alla fase finale di chiusura del sito.
Gli ingegneri di Geodis incaricati della progettazione sono tutti formati all’approccio eco-design che consente di prevedere le emissioni di CO2 ancor prima dell’inizio dell’attività. I clienti GEODIS, dal canto loro, possono confrontare un’offerta logistica standard e la proposta concepita con ottica “eco-design”, che possono valorizzare all’interno della propria ”carbon footprint”.
La metodologia è stata verificata da una società di revisione esterna e convalidata da Afaq.
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