Il Covid ha “congelato” le nostre vite, ma non ha fermato l’avanzare dei tumori. L’emergenza sanitaria richiede anzi uno sforzo extra nel sostenere i malati nella loro quotidianità e nell’evitare che la ricerca subisca rallentamenti. Questo il messaggio che emerge dal Bilancio di Missione 2019 di AIL (Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma ONLUS) Bologna, presentato presso Palazzo d’Accursio, e ribadito con convinzione da Fabbri 1905, una tra le aziende Major Donor di AIL Bologna, presente all’evento con il consigliere delegato Stefania Fabbri,esponente della 5° generazione della famiglia.

Nel 219 la sezione bolognese di AIL, sostenuta unicamente da donazioni private, ha raccolto quasi 1,4 milioni di euro, di cui circa 700 mila destinati al finanziamento di 44 giovani ricercatori attivi presso l’Istituto “L. e A. Seràgnoli” (la cifra restante è riservata all’assistenza pratica e quotidiana ai pazienti e alle loro famiglie). Tra questi la dott.ssa Valentina Salvestrini, che con il suo team all’interno del gruppo di ricerca coordinato dal Dott. Antonio Curti, ha realizzato una scoperta che contribuisce ad accrescere le nostre conoscenze sul modo con cui le cellule leucemiche si formano.

Lo studio, “Il gusto amaro della leucemia”, è finanziato da Fabbri 1905 ed è stato pubblicato a giugno di quest’anno sulla rivista internazionale “Frontiers in Oncology”. La ricerca, spiega la stessa ricercatrice, ha infatti permesso di scoprire che anche “le cellule leucemiche esprimono i recettori del gusto e la loro stimolazione da parte di molecole amare induce una modulazione dell’espressione genica nonché una inibizione di importanti funzioni cellulari. In particolare è stato osservato che l’attivazione di questo sistema recettoriale inibisce la proliferazione, il metabolismo e la capacità migratoria delle cellule leucemiche e se l’entità della stimolazione è elevata può indurre anche citotossicità”.

Una scoperta che rappresenta un passo in avanti per una migliore conoscenza della biologia di questa grave malattia, passaggio indispensabile per lo sviluppo di nuove terapie. “Tra le molte attività e iniziative che sosteniamo con convinzione ogni anno – ha spiegato infatti Stefania Fabbri - la collaborazione con AIL è tra le più sentite anche da noi della 5° generazione Fabbri proprio perché si occupa di patologie che colpiscono prevalentemente coetanei e, quindi, pregiudicano gravemente il nostro futuro”.

L’impegno dell’azienda non è limitato al solo, indispensabile, sostegno economico: Fabbri 1905 ha voluto fin da subito parlare direttamente ai ragazzi con Cockt-AIL, una delle iniziative comuni che hanno riscosso più successo sia come partecipazione sia come raccolta fondi a favore di AIL”.

Cockt-AIL è il contest itinerante,nato da un’idea di Nicola Fabbri e sostenuto da Aibes (Associazione italiana barmen e sostenitori), che dal 2015 vede sfidarsi a colpi di shaker barmen e barladies da tutta Italia, in una gara di solidarietà. I cocktail preparati vengono infatti battuti all’asta e il ricavato devoluto ad AIL. Di anno in anno è cresciuto il numero di locali della movida e di bartender aderenti e nel 2017 ha preso vita lo “spin-off” Cockt-AIL Junior, gara tra allievi delle scuole alberghiere che si sfidano presentando creazioni originali e rigorosamente analcoliche. Un modo per promuovere anche una cultura del bere moderato e responsabile quanto mai attuale di questi tempi.