Secondo le rilevazioni dall’Osservatorio di mercato di Cso Italy, su rilevazioni Gfk, nel corso dei 12 mesi dello scorso anno il totale di frutta e verdura consumata dagli italiani ha di poco superato i 6 milioni di tonnellate, pari a 233 kg a famiglia. Un comportamento d’acquisto sostanzialmente in linea al 2019 (-1%). Il dato finale è però il risultato di un andamento del tutto irregolare: l’incremento dei volumi si è concentrato in corrispondenza del primo e del secondo trimestre, con un aumento del 2% nei mesi gennaio-marzo e del 3% da aprile a giugno, con un forte impulso al consumo “in casa” dettato dalla pandemia. Nei trimestri successivi si è registrato un calo rispettivamente del 6% e del 2%

Tra le specie frutticole sono poche a registrare quantitativi in crescita anno su anno: tra le principali spiccano le mele (+4%), le arance (+3%), l’uva da tavola (+14%) e i piccoli frutti (+1%). Segnalano invece una flessione le angurie (-8%), le clementine (-7%) e i meloni (-5%). Capitolo a parte le drupacee, i cui risultati di vendita sono stati influenzati dalle pesanti gelate di inizio aprile che hanno di fatto compromesso la disponibilità di prodotto sul mercato: -20% per le pesche, -23% per le nettarine, -29% per le albicocche, -21% per le susine e -20% per le ciliegie.

Migliore la situazione per gli ortaggi, i cui acquisti nell’arco dell’anno segnano un +2%. Nella top 10 delle principali specie acquistate dalle famiglie italiane nel 2020 troviamo segni positivi per patate (+11%), carote (+8%), zucchine (+1%), cipolle (+8%), finocchi (+9%), melanzane (+2%), peperoni (+6%), mentre in calo risultano pomodori (-2%), insalate (-5%) e cavolfiori (-3%).

La distribuzione moderna segna un aumento dei volumi venduti pari al 3%. Una crescita a cui non hanno contribuito gli ipermercati, che invece subiscono una perdita del 5%, mentre risultano maggiori i flussi gestiti da supermercati (+4%), discount (+2%) e superette (+10%). Circa i canali tradizionali, l’Osservatorio di Mercato di CSO Italy sottolinea il forte calo dell’ambulantato e dei mercati rionali (-18%), chiaramente dovuto anche alla pandemia, a fronte di un aumento dei fruttivendoli pari al 3%.

Passando all’analisi per aree geografiche, nel nord ovest del Paese si sono concentrati il 31% degli acquisti nazionali con un calo in valore assoluto dell’1%. In crescita del 3%, invece, i volumi nel nord est, l’area dove si acquista il 21% del totale di ortofrutta, e al centro e Sardegna, macro regione che vanta una rappresentanza del 24% dei volumi nazionali. Il comprensorio sud + Sicilia, anch’esso con una quota del 24% sul totale del venduto, vede una contrazione del 7%.