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Coop Alleanza 3.0 verso la cessione di Robintur colpita dalla pandemia. Il nodo del contratto integrativo

Coop Alleanza 3.0 verso la cessione di Robintur colpita dalla pandemia. Il nodo del contratto integrativo
Coop Alleanza 3.0 verso la cessione di Robintur colpita dalla pandemia. Il nodo del contratto integrativo

Coop Alleanza 3.0 verso la cessione di Robintur colpita dalla pandemia. Il nodo del contratto integrativo

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Emanuele Scarci

di Emanuele Scarci


Alleanza 3.

conferma a Distribuzione Moderna di avere avviato trattative per la cessione del ramo d’azienda di Robintur Travel Group che comprende Robintur, le adv Viaggi Coop e la sezione business travel BTExpert. La dismissione si inquadra nel processo di ristrutturazione del colosso cooperativo che entro il 2022 dovrebbe condurre all’utile di bilancio.

Anche il sindacato conferma le trattative (stamattina si è tenuta un’assemblea dei lavoratori) e tramite la rappresentante di Filcams-Cgil Bologna, Daniela Dessì, sottolinea che “l’offerta presentata dall’imprenditore turistico Franco Gattinoni è stata accettata dal Cda, ma non ancora firmata. Per esperienza sappiamo che se le cose non si firmano può accadere di tutto. Siamo tuttavia favorevoli al nuovo che avanza, ma pretendiamo che vengano tutelati i livelli occupazionali e i diritti dei lavoratori”.

Dal suo canto, Alleanza 3.0 reagisce osservando che la proposta di acquisto non sarebbe stata né approvata dal Cda né firmata. Ma le trattative vanno avanti.

Virus contro il big turistico

Robintur conta oltre 300 addetti, con uffici collocati nei pdv Coop. Un tempo fiore all’occhiello di Coop Alleanza 3.0, Robintur è stata quasi asfaltata dalla pandemia. Rispetto ai ricavi di 50,3 milioni e all’utile di 1,1 milioni del 2019, nel 2020 il giro d’affari è crollato del 78% a 11,3 milioni con una maxi perdita di 5,1 milioni. Nel 2021 ci sarà stata una ripresa, almeno parziale, ma forse non basta.

Il sacrificio di Robintur rientra nella strategia di razionalizzazione del presidente di Coop Alleanza 3.0 Mario Cifiello e del dg Piermario Mocchi. In una dichiarazione di qualche giorno fa, Cifiello ha osservato: “Stiamo lavorando intensamente a una necessaria fase di ristrutturazione. Si sono aggiunti i fatti straordinari legati alla pandemia. La cooperativa ha saputo reagire bene grazie all’impegno di manager vecchi e nuovi e di tutti i dipendenti. I risultati già si vedono e si consolideranno nei prossimi anni”.

Nel 2020 Coop Alleanza 3.0, a fronte di un fatturato di 5,12 miliardi, ha perso 132 milioni che si aggiungono ai 427 milioni del biennio 2018/19. La società dovrebbe ritornare all’utile, secondo il piano industriale, nell’esercizio 2022. Ma per raggiungere l’obiettivo, il management, da almeno 4 anni, sta ribaltando l’azienda, con interventi a 360 gradi: razionalizzazione degli organici e negozi, cessione di pezzi di reti a franchisee in varie regioni, dismissioni di centri logistici, distributori di carburanti e farmacie. Ora è il turno del business del turismo.

Il fronte contrattuale

Ma non è finita. In questi mesi la cooperativa sta affrontando con i sindacati una difficile trattativa sul rinnovo del contratto integrativo aziendale. Mocchi ha subito messo in chiaro che il rinnovo per i 17 mila addetti arriverà solo in cambio di flessibilità del lavoro nelle fasce orarie di maggior afflusso della clientela, con turni da definire settimanalmente. In altre parole, un forte recupero di produttività.

“Sul contratto integrativo aziendale siamo in una fase critica – commenta il segretario generale aggiunto di Fisascat, Vincenzo Dell’Orefice -. Ad ogni incontro, ciascuna parte reitera all’altra le proprie posizioni. Alleanza 3.0 è senz’altro in difficoltà, anzi lo è da sempre. Lo è meno rispetto a due anni fa, ma le criticità si avvertono, eccome. Sull’integrativo, prima o poi, passando o meno per una drammatizzazione, credo si arriverà a trovare un equilibrio. Ma, a mio modesto avviso, chi rappresenta la proprietà (diffusa) dell’impresa dovrebbe avviare una riflessione di tipo strategico: questa sorta di esperimento che è Alleanza 3.0, a quasi 6 anni dalla sua nascita, dovrebbe indurre l’intero movimento cooperativo a chiedersi quale sia la “dimensione” ottimale per una tipologia d’impresa peculiare come la Coop e se, con certe grandezze, non si rischia di far affievolire il rapporto coi territori, che da sempre per la distribuzione cooperativa è stato un vantaggio competitivo non di poco conto”.

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