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Conad promuove la filiera lattiero-casearia

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Redazione

Le caratteristiche della filiera del latte e dei formaggi, il territorio e la comunità come fattori di competitività del comparto, ma anche i progetti di valorizzazione che rafforzano il posizionamento del settore a livello internazionale.

Sono questi alcuni dei temi affrontati nella ricerca realizzata dal Consorzio Aaster discussi nel corso dell’incontro che si è tenuto il 22 novembre scorso al Centro Internazionale Loris Malaguzzi a Reggio Emilia.

L’incontro Dialoghi con le meraviglie del nostro paese si è aperto con il racconto delle evidenze emerse dall’indagine Aaster.

“I mestieri che si sviluppano nella filiera lattiero casearia e, più in generale, nel settore agroalimentare di qualità sono alla base della nostra economia”, ha detto l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese. “È fondamentale valorizzare le specificità dei prodotti e porre l’accento sulla qualità, etica e unicità per agevolarne la conoscenza e la diffusione del valore sul mercato. In questo senso, anche settori caratterizzati da costi di produzione e di commercializzazione molto elevati possono trovare un loro mercato se a monte si lavora per un’adeguata valorizzazione del prodotto finito. Per evitare possibili indebolimenti della filiera c’è però bisogno della volontà e del contributo di tutti, comprese le istituzioni, a cui spetta il compito non facile di dare continuità a controlli volti a limitare i rischi connessi a pratiche sleali come le contraffazioni e il fenomeno dell’italian sounding.”

La ricerca di Aaster evidenzia come l’area di esportazione più importante del settore sia il mercato europeo, con 318 mila tonnellate di formaggi italiani, seguito dal continente americano, con 40 mila tonnellate, e dall’Asia. Per quanto riguarda i tassi di crescita, si delineano nuovi mercati: Africa (+23%), America Latina (+21%), Oceania (11,5%) e Asia (+5,4%).

Tale tendenza della bilancia commerciale è oggi fortemente messa a rischio dall’introduzione di dazi alle esportazioni agroalimentari italiane negli Stati Uniti. Più della metà dei dazi al 25% potrebbero essere applicati ai migliori formaggi italiani che competono con la principale industria del Wisconsin: appunto quella lattiero casearia. Questo Stato americano compete testa a testa con l’Italia come quarto produttore mondiale di formaggi, in volume, ed è specializzato nell’italian sounding: formaggi prodotti negli States definiti “Asiago”, “Fontina”, “Parmesan”, “Provolone” e un prodotto chiamato “Mozzarella”.



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