Centromarca: incentivi per gli investimenti. Stop a sugar e plastic tax
Centromarca: incentivi per gli investimenti. Stop a sugar e plastic tax
- Information
di Emanuele
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“Il governo continuerà a sostenere i ceti meno abbienti, ma il ministero dell’Economia apre le porte alle imprese per esaminare le vostre istanze”: così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha accolto, in videocollegamento da Roma, le richieste formulate da Centromarca al governo.
Ieri nel convegno dal titolo “Geopolitica, società, innovazione - Scenari e priorità per l’Industria di Marca”, gli industriali hanno richiamato l’attenzione del governo su temi come competitività, innovazione, sostenibilità e legalità. Nel suo intervento, il presidente di Centromarca Francesco Mutti ha detto che serve “una politica industriale che favorisca fusioni e acquisizioni, perché la taglia delle nostre imprese ci penalizza nel mercato globale. È inoltre fondamentale finalizzare le risorse pubbliche sui comparti strategici e creare le condizioni migliori per gli investimenti, in particolare quelli destinati alla digitalizzazione e allo sviluppo sostenibile”. Infine ha detto che le imprese sono schierate contro nuove tasse sui consumi o il rafforzamento di quelle esistenti.
Centromarca rappresenta
200 aziende industriali manifatturiere, alimentari e non food, che
commercializzano 2.400 marchi, sviluppano un giro d’affari di 64 miliardi di
euro (in un mercato Gdo che vale 94 miliardi) e occupano 97 mila addetti.
Stop a sugar e plastic tax
A margine
del convegno, Mutti ha preso atto, in particolare, dell’interesse di Giorgetti
per il tema dell’innovazione tecnologica e del sostegno alle famiglie. E ha poi
detto: “La fiammata inflazionistica del 2022/23 ha ridotto in modo importante il
reddito disponibile delle famiglie. Siamo quindi contrari a qualunque tipo di
aumento di fiscalità sui beni di consumo: pensiamo alla sugar tax e alla plastic
tax”.
Le due tasse sono state introdotte dal legislatore ma poi l’entrata in vigore è
stata rinviata, rispettivamente, al 1% luglio 2025 e al 1° luglio 2026.
Mutti ha rilanciato sull’importanza della dimensione d’impresa: “Servono
stimoli fiscali che permettano alle aziende di incentivare acquisizione e
consolidamenti di settore perché la dimensione media aziendale in Italia è ancora
decisamente troppo piccola. E la dimensione giusta spinge l’internazionalizzazione:
dobbiamo sempre pensare che il brand Italia si lega alla capacità delle aziende
di marca di portare le nostre eccellenze nel mondo”.
Più costi e investimenti
Secondo Centromarca,
l’analisi dei bilanci mostra che tra il 2020 e il 2022 l’incidenza dei costi sostenuti
dalle industrie aderenti per l’acquisto di materie prime è cresciuta dal 54,5% al
57,8%. Energia elettrica, acqua e gas hanno visto il loro peso aumentare
dall’1,3% al 2,4%. Gli extracosti sono stati in parte assorbiti nei conti
economici e in parte trasferiti a valle con estrema gradualità. Per effetto
della crescita dei costi l’utile netto complessivo è calato dal 5,5% al 4,6%.
A una fase critica per la congiuntura e i mercati, l’industria di marca ha risposto mantenendo o potenziando gli investimenti. Il 6% delle entrate è stato destinato alla ricerca e allo sviluppo. Il 63% delle aziende ha aumentato gli impieghi in tecnologie digitali, come le piattaforme di e-commerce, l’intelligenza artificiale e gli strumenti per la gestione dei big data. Oltre il 70% ha aumentato gli stanziamenti destinati alla sostenibilità, con focus sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e sull'adozione di pratiche di economia circolare.
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