Caviro: sì alla la terza edizione del bilancio di sostenibilità
Caviro: sì alla la terza edizione del bilancio di sostenibilità
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“Ri-generazioni.
Uniti dal fil vert della sostenibilità” è il titolo dell’evento del Gruppo Caviro, tenutosi nei giorni scorsi alla Fabbrica del Vapore di Milano, per la presentazione della Terza edizione del Bilancio di sostenibilità del gruppo.
Con 12.000 soci, 27 cantine in 7 regioni d’Italia – dal Veneto alla Sicilia –, 35.200 ettari vitati e ben 660 mila tonnellate di uva prodotta (quasi il 10% di quella dell’intero territorio nazionale), il Gruppo Caviro rappresenta la più grande cantina vitivinicola d’Italia, un’azienda cooperativa che, in oltre 50 anni, è diventata una grande realtà, mantenendo al contempo le proprie radici agricole.
I 390 milioni di ricavi nel 2021 e un approccio che unisce visione strategica, innovazione e vicinanza al territorio, sono le basi che permettono al Gruppo di operare delle scelte, e seguire il fil vert della sostenibilità perseguendo strade, spesso pionieristiche, che pongono al centro il rispetto per le persone e per l’ambiente.
Un impegno che ha portato a diversi riconoscimenti nazionali e internazionali come il Premio Impresa Ambiente, il più alto riconoscimento italiano destinato alle imprese che nella gestione della propria attività danno un contributo innovativo in termini di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale, la menzione di Index Future tra le 44 imprese italiane che meglio illustrano la propria governance o il recente European Award for Cooperative Innovation per la categoria “Bioeconomia e Circolarità”, che riconosce a Caviro lo status di cooperativa tra le più innovative a livello europeo.
L’adozione di modelli di produzione sostenibili e circolari, l’attenzione per gli stakeholders, la promozione della sicurezza e del benessere di dipendenti e consumatori, il supporto al territorio anche dal punto di vista economico con un’attenzione particolare alle realtà locali: tutti temi fondamentali per il Gruppo faetino che, in linea con gli obiettivi delineati dall’Onu nell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile del pianeta, attraverso iniziative e progetti tangibili e di ampio respiro esercita un’azione concreta su ben 7 dei Sustainable Development Goals (SDGs).
La forza di Caviro come cooperativa agricola risiede nella capacità di presidiare una filiera integrata di produzione, dal vigneto al processo di imbottigliamento, posizionandosi come primo produttore italiano di vino da tavola grazie al marchio Tavernello e raggiungendo una posizione di leadership nel settore enologico, anche grazie a un portafoglio di marchi premium che sono considerati le migliori espressioni del territorio italiano sui mercati mondiali.
L’Italia costituisce il principale mercato di riferimento (70% della composizione dei ricavi per l’anno fiscale 2020/21) e il gruppo è primo nel settore vino a livello nazionale per quota di mercato a volume e valore.
Caviro, inoltre, rappresenta un punto di riferimento anche sui mercati esteri, con più di 80 paesi nel portafoglio clienti (Regno Unito, Stati Uniti e Germania in primis, seguiti da Canada, Svizzera, Francia, Giappone, Cina e Russia) e segnando a livello complessivo un +17% nel ‘20/21.
Nel fiscal chiuso al 31 agosto 2021, il valore economico generato dal Gruppo è stato di 396 milioni di euro, con un incremento di 28,8 milioni di euro (pari al+8%) rispetto all’esercizio precedente.
Il 93,5% è stato distribuito agli stakeholders, principalmente soci (22%), altri fornitori di beni e servizi e lavoratori (a cui è andato un 7,4%), mentre il 6,5% dell’importo è stato reinvestito internamente.
Nella capogruppo si è invece rilevato un valore aggiunto di 228,8 milioni di euro, con un incremento di 6,6 milioni di euro (+3%) rispetto all’esercizio precedente.
Il 97,2% è stato distribuito agli stakeholders, principalmente soci (32,5%), altri fornitori di beni e servizi e lavoratori (7,6%), mentre il 2,8% dell’importo, pari a 6,5 milioni di euro, è stato reinvestito all’interno dell’azienda.
Guardando alla composizione dei ricavi, è il vino a incidere maggiormente, con una quota pari al 65%; l’area distilleria che produce alcol, mosti e acido tartarico si attesta al 20%, mentre la quota relativa al campo energia e ambiente registra il 15%.
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