Balocco: dolci da ricorrenza su di giri, ma ci frena la mancanza di mezzi e degli autisti
Balocco: dolci da ricorrenza su di giri, ma ci frena la mancanza di mezzi e degli autisti
- Information
di Emanuele Scarci
Panettoni e dolci da ricorrenza avanti tutta per queste festività: l’unico limite è la disponibilità di mezzi e autisti per le consegne.
Ma anche i biscotti per la prima colazione tengono i volumi raggiunti nell’eccezionale 2020, quando gli italiani potevano consumare solo tra le mura domestiche. Si navigherà invece a vista nel 2022 quando gli aumenti di listino per il boom di materie prime ed energia si scaricherà (da vedere in quale misura) sugli scaffali: questo il quadro delineato da Alberto Balocco, titolare dell’omonima azienda piemontese. Nel 2020 Balocco Industria Dolciaria ha realizzato ricavi per 153 milioni di euro (-7,4%), un Ebitda di 15,1 milioni (-2,4%) con un utile di 7,4 milioni e zero debiti finanziari (dati Mediobanca).
“Abbiamo inviato ai retailer - dichiara Balocco (nella foto) - i listini con richieste di aumenti della cui entità, a due cifre, mai mi sarei sognato di presentare sia per i prodotti continuativi che per la Pasqua. Siamo spaventati dalla reazione ma, d’altra parte, se non li portiamo a casa ci mangiamo l’Ebitda. Abbiamo calcolato che l’aumento di costo variabile unitario superi l’Ebitda. Quindi non c’è un piano B. Altrimenti non dovremmo pagare i fornitori e diventare insolventi. Se abbiamo fatto della solidità la nostra bandiera è uno scenario che non voglio nemmeno immaginare”.
I retailer sono convinti che l’industria approfitti del rimbalzo delle commodity per chiedere aumenti ingiustificati.
Non lo capisco. I conti si fanno presto: le materie prime con i derivati del latte e del grano, le farine e gli oli vegetali sono fuori controllo, quotazioni mai viste in 30 anni di lavoro. Poi abbiamo problemi con gli imballaggi, in particolare con la filiera della carta, i forni sono alimentati a metano e i prezzi sono alle stelle. Ultima chicca, i costi della logistica: con il fatto che mancano gli autisti, i trasporti vanno all’asta. I contratti dei prodotti da ricorrenza li abbiamo negoziati con il trade la scorsa estate, non è che possiamo rimetterli in discussione dopo qualche mese. Stiamo stringendo i denti.
E i listini della prima colazione?
Li rivedremo dal prossimo gennaio. Non sarà facile e ora temiamo che dopo la tempesta arrivi l’uragano: a gennaio dovremo rinnovare i contratti anche con i fornitori di prodotti per la prima colazione: farina e oli vegetali. E noi usiamo tanto girasole.
E con il trade?
Ci saranno le solite resistenze. Ho letto le polemiche ma mi auguro che alla fine prevalga il senso di responsabilità. Industria e distribuzione devono fare il loro mestiere di ammortizzatore fra somministrazione di commodity e distribuzione di prodotti finiti. Ai consumatori va lasciato il diritto inviolabile di comprare o no a quel prezzo. Nessuno può erigersi a giudice del mercato: il mercato deve fare il suo mestiere.
Nonostante tutto però nella grande distribuzione si vedono panettoni e pandori offerti a prezzi stracciati.
Sono le storture del mercato. Esiste l’istituto del sottocosto. Se un rivenditore acquista una macchina a 10mila euro e la vende a 9mila evidentemente ha una convenienza. Se c’è qualcuno che vuole promozionare la convenienza ricorrendo a queste promozioni, evviva. Niente di male. Se lo fa, se lo può permettere.
Come è andata nei primi 11 mesi del 2021?
Le ricorrenze hanno eliminato il 2020 come spalla su cui fare i confronti. Ci traguardiamo sul 2019. Noi la scorsa Pasqua abbiamo visto i volumi del 2019 e a Natale andiamo addirittura meglio. Sono due momenti di vendita con buoni risultati di vendita, anche se su questo Natale i prezzi delle materie prime hanno messo sotto pressione i margini. Sulla prima colazione il mercato è sotto di qualche punto rispetto al 2020: gli italiani furono costretti a consumare in casa e si registrano volumi mai toccati. Noi manteniamo gli stessi volumi del 2020 anche grazie all’innovazione di prodotto.
Qual è il trend generale di Balocco?
L’uscita della merce è frizzante, anzi ci sta mettendo in imbarazzo: facciamo fatica con la supply chain per avere quello che serve puntualmente. E non ultimo avere i mezzi necessari per trasportare le merci verso i retail. Complessivamente chiuderemo l’esercizio ovviamente meglio del 2020, credo che quest’anno supereremo i 185 milioni imponibile Iva. Specie se riusciremo entro Natale a consegnare tutti gli ordini.
Ti è piaciuto l'articolo?
Iscriviti alla newsletter e non perderti gli altri aggiornamenti.