Aumentano gli italiani che acquistano da aziende impegnate nella csr

Aumentano gli italiani che acquistano da aziende impegnate nella csr
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In crescita del 12% vs. il 2012 il numero degli italiani che, negli ultimi 6 mesi, hanno acquistato prodotti e/o servizi da aziende impegnate socialmente. Sono il 45% (+ 5 punti rispetto alla media europea) coloro che si dichiarano disposti a pagare di più per acquisti da aziende che hanno sviluppato programmi di responsabilità sociale. Il 53% della popolazione preferirebbe lavorare per un’azienda con un positivo impatto sociale e ambientale.
I dati emergono dalla survey Global Corporate Citizenship realizzata da Nielsen – azienda leader globale nelle misurazioni e analisi relative ad acquisti e consumi, utilizzo e modalità di esposizione ai media – intervistando oltre 30.000 utenti internet in 60 Paesi del mondo. L’indagine, giunta alla sua terza edizione, ha l’obiettivo di individuare i giudizi e le percezioni dei consumatori sui comportamenti socialmente responsabili propri e delle aziende operanti sul territorio.
Tra le principali ragioni che spingono gli italiani all’acquisto consapevole troviamo: l’impegno delle aziende per la riduzione della mortalità infantile (62%, media UE 57%), per la disponibilità di acqua potabile sul pianeta (58%, media UE 59%) e per l’eliminazione della povertà estrema e della fame (56%, UE 53%).
I dati emergono dalla survey Global Corporate Citizenship realizzata da Nielsen – azienda leader globale nelle misurazioni e analisi relative ad acquisti e consumi, utilizzo e modalità di esposizione ai media – intervistando oltre 30.000 utenti internet in 60 Paesi del mondo. L’indagine, giunta alla sua terza edizione, ha l’obiettivo di individuare i giudizi e le percezioni dei consumatori sui comportamenti socialmente responsabili propri e delle aziende operanti sul territorio.
Tra le principali ragioni che spingono gli italiani all’acquisto consapevole troviamo: l’impegno delle aziende per la riduzione della mortalità infantile (62%, media UE 57%), per la disponibilità di acqua potabile sul pianeta (58%, media UE 59%) e per l’eliminazione della povertà estrema e della fame (56%, UE 53%).
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