La Legge di Bilancio approvata
dal Parlamento agli sgoccioli del 2021 ha portato in dote al comparto italiano
della birra una riduzione per tutto il 2022 di 5 centesimi sull’aliquota delle
accise, uno sconto del 50% per i birrifici con produzione annua inferiore a
10.000 ettolitri, del 30% per i birrifici con produzione annua compresa tra i
10.000 e i 30.000 ettolitri e del 20% per quelli con produzione annua superiore
ai 30.000 ettolitri e fino ai 60.000.
La misura è stata accolta con favore dal
comparto, dove AssoBirra, Coldiretti e Unionbirrai hanno lavorato insieme e a
lungo durante l’anno appena concluso per portare avanti la richiesta a Governo
e Parlamento di intervenire sulla pressione fiscale da accise, al fine di mettere
il settore nella condizione di recuperare le perdite subìte nel periodo
pandemico (-1,4 miliardi di euro di valore condiviso nel 2020), di innestare un
nuovo percorso di crescita per tutte le aziende del settore e dare impulso ad
uno sviluppo rilevante della filiera italiana della birra, anche dal punto di
vista agricolo.
Il turbolento esame della Legge di Bilancio ha
tuttavia colpito anche la birra, perché dopo l’approvazione dell’emendamento di
AssoBirra, Coldiretti e Unionbirrai in Commissione Bilancio, la Ragioneria
Generale dello Stato è intervenuta nuovamente sollevando problemi di coperture,
determinando quindi una revisione della misura approvata limitandola al solo
2022.
«Come Associazione - commenta Alfredo Pratolongo, Presidente di
AssoBirra - da anni ci battiamo per ottenere una pressione fiscale più equa
sulla birra che tuttavia ad oggi, rimane l’unica bevanda da pasto tassata in
Italia. La riduzione sul 2022 è importante, ma il comparto merita di più. Il
nostro obiettivo è rendere questa riduzione strutturale e non più annuale. Alle
imprese – siano grandi, medie o piccole – serve certezza e non misure a tempo
che scoraggiano piani di lungo periodo».
Le accise sulla birra sono un tema dibattuto
da tempo. Dopo un aumento del 30% nel triennio 2013-2015, avevano goduto di una
riduzione di 2 centesimi nel 2017 e di 1 centesimo unitamente ad uno sconto del
40% per i birrifici artigianali fino a 10.000 ettolitri nel 2019. Piccole riduzioni
che avevano dato un segnale di forte fiducia al comparto, il quale ha risposto
con investimenti in impianti produttivi e nuovi prodotti, nascita di importanti
realtà artigianali, dando sempre grande attenzione alle politiche di
sostenibilità e di consumo responsabile.
La cosiddetta “Primavera della Birra” ha subìto una battuta di arresto
con la pandemia: la crisi e il blocco del canale Ho.Re.Ca. ha messo a dura
prova il sistema produttivo e soprattutto quello distributivo.