Un alimento completo, equilibrato, ricco di calcio, dalle elevate qualità nutrizionali e tradizionalmente inserito nella dieta quotidiana degli italiani. Stiamo parlando del latte, caratterizzato da un mercato maturo e in buona salute. Nel corso dell’ultimo anno i produttori si sono adoperati per ampliare e innovare l’offerta, rispondendo a diverse esigenze. Il consumatore moderno è infatti sempre più attratto da prodotti ad alto valore aggiunto e ha mutato il proprio stile di vita, aumentando la quantità degli acquisti fuori casa e dei prodotti sostitutivi del latte o funzionali.

Il trend ha registrato una ripresa dei consumi del latte fresco e un mantenimento delle quote per quello uht, dove a trainare le vendite sono i latti ad alta digeribilità e i funzionali. Secondo i dati Iri, nel 2006 le vendite a valore sono state superiori a 1,570 miliardi di euro corrispondenti a più di 1,540 miliardi di litri commercializzati. Le migliori performance hanno interessato il segmento del latte fresco, con un fatturato mosso vicino ai 700 milioni di euro e vendite a volume superiori ai 530 milioni di litri. Crescono anche le quantità di latte uht commercializzato, che è arrivato a poco più di un miliardo di litri. Leggera perdita invece del fatturato mosso, che sfiora gli 880 milioni di euro. Il comparto evidenzia un andamento a due marce e una sempre più netta distinzione tra le vendite di latte a lunga conservazione - il più rappresentativo del mercato - e fresco.

Il promettente sviluppo del latte fresco farebbe pensare a un trend positivo dei diversi segmenti di prodotto. L’analisi dettagliata, invece, evidenzia un andamento singolare: calano le vendite di scremato e intero, mentre aumentano quelle dell’alta qualità e del parzialmente scremato. Le performance più negative interessano l’intero, con flessioni interno al 6% sia per le vendite a volume - circa 127 milioni di litri - che per quelle a valore, intorno ai 160 milioni di euro. Perdite leggermente più contenute per i litri di latte scremato fresco commercializzati - che arrivano a sfiorare gli 8 milioni - e per il fatturato mosso superiore agli 11 milioni di euro. Significativo, invece, il balzo in avanti del parzialmente scremato, ormai vicino ai 214 milioni di litri e ai 277 milioni di euro. Crescite più contenute sia a volume che a valore per il latte fresco alta qualità. Le quantità commercializzate si avvicinano ai 184 milioni di litri, mentre il fatturato mosso è di poco inferiore ai 249 milioni di euro.

Andamento più lineare per i segmenti del latte uht: cresce il parzialmente scremato, resta stabile l’intero e cala lo scremato. Il primo registra un fatturato di poco superiore ai 640 milioni di euro e quantità commercializzate vicine ai 784 milioni di litri. Crescono le vendite a volume e a valore del latte uht scremato. Le prime superano i 71 milioni di litri e le seconde i 70 milioni di euro. Trend negativo, invece, per l’intero a lunga conservazione. Scendono a circa 147 milioni i litri commercializzati e a poco meno di 141 milioni di euro il fatturato mosso.

La suddivisione delle vendite a valore per aree geografiche mostra come il nord ovest continui a mantenere la quota più rilevante. Seguono il centro Italia e la Sardegna, il nord est e il sud. Per quanto riguarda i canali di vendita i consumatori scelgono il supermercato. Buone anche le performance delle vendite di latte fresco delle superette e di quello a lunga conservazione da parte degli ipermercati.

Il mercato è caratterizzato da uno scarso interesse verso l’export. Le industrie, infatti, attuano delle politiche di valorizzazione del prodotto quasi esclusivamente nel nostro territorio e i principali player nazionali concentrano le loro attività distributive nel nostro paese, mostrando poca propensione ad aprirsi verso l’estero. Il prezzo del latte italiano, fra i più cari d’Europa, è il maggiore freno all’esportazione. Sono quindi sempre più necessarie politiche governative che assecondino sia le esigenze di competitività da parte dell’industria che quelle dei produttori, in difficoltà a lavorare ai medesimi costi dei diretti concorrenti europei.

In un mercato particolarmente competitivo, tra le aziende protagoniste troviamo Granarolo, che ha fatto del latte Alta Qualità il suo fiore all’occhiello. Da segnalare, inoltre, le tipologie di latte che appartengono alla linea biologica Prima Natura Bio e il latte Più Giorni, caratterizzato da una pastorizzazione a temperatura elevata e una shelf life di 26 giorni. Particolarmente ricca anche la gamma di prodotti Parmalat. Accanto alle referenze delle linee Bontà e Linea e Bontà e Gusto, si trovano i latti ad alta digeribilità - a marchio Zymil –, funzionali - come Omega 3, Fibresse, Vita 7 e Phisical - e dedicati all’infanzia, come latte Prima Crescita. Contrasta i radicali liberi e contribuisce a rigenerare il benessere dell’organismo il latte uht Jeunesse. Un 2006 all’insegna della novità per Cooperlat che ha immesso sul mercato tre nuove referenze. Il latte fresco parzialmente scremato ViviLeggero - con l’1,55% di grassi - il latte TreValli uht parzialmente scremato e ad alta digeribilità, indicato per coloro che sono intolleranti al lattosio, e il latte uht intero e parzialmente scremato TreValli in bottiglia Pet.

Si inseriscono nell’area del functional food Mukki ad alta digeribilità, Omega 3 - che riduce il livello di trigliceridi e colesterolo - e Linea e Benessere 0,1%, ricco di vitamine e antiossidanti, le novità della Centrale del latte di Firenze, Pistoia e Livorno. Un 2006 positivo anche per la Centrale del Latte di Torino, che dispone di un ampio assortimento di latte fresco e che ha registrato buone performance con la tipologia alta qualità e scremato. I prodotti innovativi del gruppo sono arrivati dal Centro Latte Rapallo, che ha immesso sul mercato una confezione in cartone del latte fresco Tigullio con un tappo salvafreschezza e un quinto pannello che aumenta l’impatto a scaffale. Da segnalare anche il nuovo latte di capra, disponibile in bottiglie di Pet da 500 ml. Novità dell’azienda è il latte Fresco Intero di Alta Qualità, caratterizzato da un trattamento di pastorizzazione che avviene a temperature inferiori alla media, mantenendo integri il gusto e i valori nutritivi propri di questa tipologia di latte.

Da segnalare la presenza nel segmento uht del Consorzio Latterie Virgilio con l’intero, il parzialmente scremato e lo scremato. Resta fedele al latte a lunga conservazione anche Candia Italia, che nel corso dell’ultimo anno ha inserito nel proprio assortimento GranLatte Ps nella bottiglia da 25 cl, ideale per un consumo individuale, e Candia alta digeribilità. Nuova bottiglia riciclabile, inoltre, per il latte uht, intero e parzialmente scremato, dell’azienda Vero Italiano. Infine, buone performance anche quelle registrate da Amalattea, specializzata nella produzione di latte di capra. Negli ultimi mesi l’azienda ha raggiunto il completamento della linea con il formato da 1 e 0,5 litri scremato.