Resistenti, di design, economici e soprattutto pratici e funzionali. Sono i disposable – in Pet, Pla, carta o polistirolo - che gli italiani continuano ad appezzare, nonostante la generale contrazione dei consumi sia food che non food. Confermano la sostanziale vitalità del comparto disposable i dati Iri (iper+super+lsp), aggiornati a dicembre 2009, che registrano un aumento delle vendite a volume del 2,4%, arrivate a oltre 28 miliardi di pezzi, e dell’1,5% di quelle a valore, che hanno superato i 445 milioni di euro. I prodotti tradizionali - bicchieri, posate e piatti bianchi - sono quelli a maggiore rotazione a scaffale e che registrano i grandi numeri.

Un’analisi più dettagliata permette di individuare nei bicchieri uno dei segmenti con le maggiori crescite delle vendite sia a volume (+5,7%, pari a oltre 6 miliardi di pezzi) che a valore (+2,1%). Buoni anche gli incrementi del sell out dei bicchierini da caffè: +4,8% a livello di quantità commercializzate e +0,1% di fatturato mosso. Nel comparto disposable i tovaglioli rappresentano il segmento più massiccio sia a volume che a valore, pari rispettivamente a quasi 18 miliardi di pezzi (+1,9%) e a 184 milioni di euro (+2,6%). Significative anche le vendite registrate dai piatti: quasi 4 milioni di pezzi le quantità commercializzate, pari a circa 158 milioni di euro di fatturato.

Il segmento plastica conferma un trend in ascesa mentre lo scenario cambia per quanto riguarda il cartoncino, “con una perdita anno su anno continua – afferma Monica Suragni, marketing manager di Huhtamaki – e apparentemente inarrestabile. Il drastico calo sembra imputabile alla crisi economica, che porta il consumatore non a rinunciare al prodotto ma a spostare l’acquisto dal cartoncino alla tipologia plastica, sia bianca che colorata”. E’ ancora di nicchia in Italia, a differenza dei Paesi anglosassoni, il segmento dei bicchieri e dei contenitori monouso in polistirolo espanso (Eps), dalle elevate proprietà isotermiche e ideale da utilizzare anche nel forno microonde. Presidia con successo il segmento Contexpan, che nel 2010 punta a incrementare in maniera significativa il fatturato grazie a un maggiore know-how del prodotto.

Il mercato dei disposable si distingue per la mancanza di un brand leader e per il ruolo di primo piano rivestito dalle private label “che per l’industria diventano un’opportunità strategica – commenta Giacomo Vitelli, direttore commerciale Italia di Flo – e fondamentale per lo sviluppo”. Ad oggi, secondo i dati Iri, le private label hanno una quota di mercato a valore di ben 30,2 punti percentuali e le insegne della gdo stanno lavorando sulla differenziazione del prodotto, affiancando alle linee di primo prezzo quelle più ricercate ed ecocompatibili.

A detta dei player il comparto dei disposable non è ancora saturo, ma molto ricettivo per quanto riguarda le novità di prodotto con una forte componente di design, di qualità e dall’elevato valore aggiunto, come i contenitori adatti per il microonde. Ad aumentare, inoltre, “sono i consumi - commenta Vitelli di Flo - in quelle aree geografiche che interpretavano l’uso dei disposable solamente in certi periodi dell’anno o in determinate occasioni”.

E’ incentrata sul design l’innovazione di prodotto 2010 di Flo, che nel largo consumo ha appena lanciato la linea di piatti, bicchieri, posate e tovaglioli Bicolor, in tinte pastello suggerite dal mondo della moda, abbinabili tra loro e in grado di formare composizioni giovani ed eleganti. E’ di design, ma anche particolarmente pratica, la linea Platinum, prodotta dall’olandese Caterbrands e distribuita da Ilip. La linea comprende innovative posate metallizzate, eleganti piatti bianchi e neri di forma quadrata (disponibili in tre diverse misure) e Caterplate, uno spazioso piatto di plastica da cui si staccano forchetta, coltello e cucchiaio, che si possono poi appoggiare in apposite fenditure.

Design a volontà e posizionamento premium per Goldplast, che nel 2009 ha registrato un fatturato in aumento del 23%, grazie anche all’innovazione di prodotto, attività in cui l’azienda crede molto e che svilupperà anche nell’anno in corso, inserendo disposable dalle forme sempre più accattivanti, in grado di dare lustro alla tavola.

“Il consumatore è sicuramente attratto dalle novità – dichiara Monica Suragni, marketing manager di Huhtamaki -. Il punto è che è sempre più difficile colpirlo, visto il pesante battage che riceve da tutti i fronti. Noi stiamo lavorando per offrirgli una serie di soluzioni alternative alle classiche, mirate al segmento del valore aggiunto, dove riteniamo che in alcune occasioni (per esempio party bambino e Natale) sia più sensibile a valutarle e sceglierle”. L’ultima novità dell’azienda è stata la famiglia Gli indispensabili, contenitori in Pp e teglie in cartoncino, tutte monouso, che facilitano la vita in cucina. “La prossima novità – continua Suragni – sarà lanciata per il Natale 2010. Nel corso dell’anno, inoltre, implementeremo gli accordi avviati nel 2009 per l’introduzione di nuove famiglie di prodotto all’interno dei retailer italiani”.

L’innovazione che caratterizza il comparto disposable non riguarda solamente il design ma coinvolge direttamente anche i materiali adottati e individua in quelli biodegradabili la giusta combinazione di qualità, resistenza ed eticità. “Il settore nell’ultimo periodo – afferma Ermanno Brancolini, responsabile commerciale per il comparto monouso di Ilip - si è concentrato maggiormente sulla ricerca di nuove materie prime che riducano l’impatto dei rifiuti nell’ambiente a parità di prestazioni rispetto ai polimeri tradizionali”. Basandosi sul principio dell’ecosostenibilità Ilip ha affiancato Coop Italia nello sviluppo del nuovo assortimento di stoviglie monouso a marchio Viviverde, interamente realizzate in Pla, un polimero biodegradabile al 100% ricavato dall’amido di mais. Stoviglie, piatti, bicchieri e contenitori biodegradabili al 100% in Pla compongono poi la linea Ilip Bio.

Anche nel mercato dei disposable è comunque possibile individuare degli elementi di forte criticità. In primo luogo le forti oscillazioni del prezzo della materia prima, che determinano anche una battaglia dei prezzi del prodotto finale tra i player. In secondo luogo la contrazione economica generale che riguarda sia il comparto food che il non food. A tutto questo aggiungiamo in alcuni casi l’utilizzo di materiali di scarsa qualità, che impoveriscono il comparto. Un’ultima considerazione riguarda i canali di vendita. I supermercati sono i preferiti dagli italiani, seguiti dalle superfici lsp e dagli ipermercati.