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Indicod-Ecr promuove l’Osa
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Indicod-Ecr promuove l’Osa
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Misurare gli out of stock, individuare cosa li determina, adottare azioni correttive attraverso un approccio integrato tra industria di marca e grande distribuzione organizzata. Sono questi gli obiettivi principali di Osa, il progetto di Ecr Italia, l’associazione di Indicod-Ecr che raggruppa industrie di marca e imprese della distribuzione moderna. Osa - optimal shelf availability - si conferma infatti il processo in grado di migliorare la disponibilità dei prodotti sugli scaffali dei punti vendita ed evitare le rotture di stock.
“In un contesto economico particolarmente problematico come quello attuale del nostro Paese in cui rallentano i consumi interni, cresce l’inflazione e frenano le vendite della grande distribuzione, ci troviamo di fronte a un consumatore attento a spendere meno e meglio, che sceglie prodotti in modo consapevole. Questo scenario rende sempre più centrale la necessità per le imprese della filiera del largo consumo di essere efficienti e preservare quanto più possibile i livelli delle vendite e del servizio reso al consumatore”, ha dichiarato Bruno Aceto, direttore generale di Indicod-Ecr al discorso d’apertura del recente convegno organizzato dall’istituto e dedicato all’Osa.
Quando il consumatore si trova di fronte allo scaffale e il prodotto che desidera non è disponibile, nel 37% dei casi cambia referenza ma può anche rinunciare all’acquisto (10%) oppure, nel caso necessiti proprio di quello specifico prodotto, andare a cercarlo in un altro negozio (20%). Una perdita quindi non solo per il produttore ma anche per il distributore. I primi calcoli relativi a una stima delle perdite parlavano di una media del 14%, con punte superiori al 20% e, in particolari situazioni, anche danni maggiori.
I primi studi lanciati da Ecr France ed Ecr Europe classificavano il sistema italiano come uno dei peggiori, con una referenza su otto mancante a scaffale. Ecr Italia ha successivamente coordinato progetti multiaziendali, con gruppi di lavoro che hanno definito criteri e regole di misurazione, valutato le performance per categoria, format, flusso continuativo o promozionale e lavorato insieme per recuperare vendite e servizio al consumatore. I risultati sono stati poi diffusi attraverso manuali, workshop e corsi di formazione.
Misurazioni dettagliate per singolo punto vendita, per giorno della settimana, per referenza specifica (in promozione o in continuativo). E’ questo il punto di partenza delle iniziative Osa. Non trattandosi di una scienza esatta, si devono però concordare sia il livello più opportuno di dettaglio e di approssimazione che il grado di certezza e di sicurezza nell’interpretazione dei fenomeni e delle cause primari. Scelte legate anche alla cultura e alla struttura dei diversi mercati e canali.
In Inghilterra, per esempio, mercato con la più alta quota di marca privata, l’Osa prevede gruppi di lavoro multiproduttore guidati dal distributore. In Francia, invece, dove sono presenti grandi superfici ed elevati livelli di informatizzazione, è presente fin dal 2001 l’Osa monitor, che copre tutta la rete di iper e, con rilevazioni giornaliere sulle categorie, presenta gli andamenti negli anni delle rotture di stock tra le diverse categorie, la loro oscillazione e l’impatto sulle vendite mancanti.
“In un contesto economico particolarmente problematico come quello attuale del nostro Paese in cui rallentano i consumi interni, cresce l’inflazione e frenano le vendite della grande distribuzione, ci troviamo di fronte a un consumatore attento a spendere meno e meglio, che sceglie prodotti in modo consapevole. Questo scenario rende sempre più centrale la necessità per le imprese della filiera del largo consumo di essere efficienti e preservare quanto più possibile i livelli delle vendite e del servizio reso al consumatore”, ha dichiarato Bruno Aceto, direttore generale di Indicod-Ecr al discorso d’apertura del recente convegno organizzato dall’istituto e dedicato all’Osa.
Quando il consumatore si trova di fronte allo scaffale e il prodotto che desidera non è disponibile, nel 37% dei casi cambia referenza ma può anche rinunciare all’acquisto (10%) oppure, nel caso necessiti proprio di quello specifico prodotto, andare a cercarlo in un altro negozio (20%). Una perdita quindi non solo per il produttore ma anche per il distributore. I primi calcoli relativi a una stima delle perdite parlavano di una media del 14%, con punte superiori al 20% e, in particolari situazioni, anche danni maggiori.
I primi studi lanciati da Ecr France ed Ecr Europe classificavano il sistema italiano come uno dei peggiori, con una referenza su otto mancante a scaffale. Ecr Italia ha successivamente coordinato progetti multiaziendali, con gruppi di lavoro che hanno definito criteri e regole di misurazione, valutato le performance per categoria, format, flusso continuativo o promozionale e lavorato insieme per recuperare vendite e servizio al consumatore. I risultati sono stati poi diffusi attraverso manuali, workshop e corsi di formazione.
Misurazioni dettagliate per singolo punto vendita, per giorno della settimana, per referenza specifica (in promozione o in continuativo). E’ questo il punto di partenza delle iniziative Osa. Non trattandosi di una scienza esatta, si devono però concordare sia il livello più opportuno di dettaglio e di approssimazione che il grado di certezza e di sicurezza nell’interpretazione dei fenomeni e delle cause primari. Scelte legate anche alla cultura e alla struttura dei diversi mercati e canali.
In Inghilterra, per esempio, mercato con la più alta quota di marca privata, l’Osa prevede gruppi di lavoro multiproduttore guidati dal distributore. In Francia, invece, dove sono presenti grandi superfici ed elevati livelli di informatizzazione, è presente fin dal 2001 l’Osa monitor, che copre tutta la rete di iper e, con rilevazioni giornaliere sulle categorie, presenta gli andamenti negli anni delle rotture di stock tra le diverse categorie, la loro oscillazione e l’impatto sulle vendite mancanti.
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