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VOG si riorganizza

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Redazione
Le cooperative ortofrutticole che compongono VOG, come ha spiegato alla redazione di DM il direttore Gerhard Dichgans, sono state raggruppate in quattro pool che seguiranno le medesime linee guida a livello di cernita, fornitura e vendita. La totalità delle vendite del gruppo saranno centralizzate con fatturazione unica da parte del Consorzio. E’ questo, in sintesi, il cuore del piano strategico 2010 di VOG che sarà a pieno regime ad agosto, con l’inizio della commercializzazione del nuovo raccolto di mele.

Il 2010 si prospetta come un anno impegnativo per VOG. State infatti implementando il programma strategico approvato a dicembre 2009. Da quali esigenze nasce e cosa prevede il programma ribattezzato pool model?
La strategia VOG 2010 consiste in una vera e propria riorganizzazione del sistema commerciale. A partire da agosto saranno attivi i quattro poli che raggruppano, in base alle zone di attività, le 18 cooperative ortofrutticole del Consorzio che producono e lavorano il prodotto certificato e una specializzata nel biologico. Grazie a questa operazione la struttura del Consorzio sarà ancora più solida e orientata al mercato e alle esigenze della clientela. I quattro poli parteciperanno al piano generale di vendita e lavoreranno secondo le medesime direttive di conferimento, cernita e standard qualitativi. La riorganizzazione del nostro Consorzio è finalizzata a offrire ai clienti volumi costanti per tutta la stagione con standard qualitativi uniformi. I “poli” che raggrupperanno da 4 a 6 cooperative, resteranno tuttavia strutture snelle ed efficienti, e controlleranno da 110.000 a 150.000 tonnellate di prodotto.

Quali sono state le armi vincenti che nel recente passato hanno permesso a VOG un’espansione e un consolidamento del business?
Sicuramente i nostri plus distintivi sono l’ampiezza di gamma e l’elevata disponibilità di varietà di mele innovative. La nostra offerta comprende infatti mele dolci e succose, molto apprezzate dagli italiani, e mele agrodolci, acquistate prevalentemente dai consumatori dell’Europa Settentrionale. Ad oggi il nostro portfolio annovera 13 varietà di mele in totale, di cui 7 varietà commerciali “di base” - Golden, Red Chief, Royal Gala, Granny, Fuji, Braeburn, Winesap - e alcune delle varietà innovative più richieste dal mercato, tra le quali Rubens, Pink Lady, Modì e Kanzi.

La gdo rappresenta il principale canale distributivo delle vostre mele? Quanto pesa sul vostro business totale?
A livello Italia, un mercato in cui convoglia la metà delle nostre vendite totali, la gdo pesa per circa il 40%. Il 60% del fatturato è invece generato da grossisti che forniscono i canali tradizionali di vendita. Le nostre mele sono presenti in maniera uniforme in tutta la penisola, con peso maggiore nel Nordest, Centro e Isole. Il resto delle vendite è spalmato su Germania (25%), bacino del Mediterraneo (Spagna, Portogallo e Grecia) e Nord Europa (Scandinavia e Regno Unito).

Come state operando al di fuori dei confini nazionali?
Noi crediamo che l’estero rappresenti un ottimo sbocco per lo sviluppo futuro del nostro business. Proprio per questo a dicembre 2009 - insieme ai consorzi Melinda, Trentina e Val Venosta - abbiamo fondato l’azienda FROM che, grazie a delle azioni sinergiche, punta ad ampliare il mercato oltreconfine delle mele dell’Alto Adige e del Trentino. Nei primi tre mesi di attività FROM ha già registrato dei risultati interessanti. Per i primi tre anni lavoreremo per ampliare il mercato russo e aprire nuovi sbocchi oltremare, specificatamente in India, un Paese dove abbiamo individuato interessanti margini di crescita.
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