Aggiornato a
Iscriviti alla nostra newsletter

Tassoni: oltre alla cedrata c'è di più

Tassoni: oltre alla cedrata c'è di più
Tassoni: oltre alla cedrata c'è di più

Tassoni: oltre alla cedrata c'è di più

Information
Fabio Massi

Duecentoventitré anni di storia, oltre un secolo di scelte comunicative d’avanguardia e la Cedral Tassoni, che dal 1793 ha sede a Salò sulla riva bresciana del Lago di Garda, continua a produrre i propri aromi come un tempo per offrire ai consumatori bibite naturali dalla filiera altamente controllata.

Da cinque generazioni la stessa famiglia ha accompagnato ogni cambiamento continuando nella ricerca dei massimi standard di qualità per dare il meglio della tradizione italiana. Diventata famosa nel mondo per la cedrata, bevanda analcolica frizzante di colore giallo limpido che porta con sé i profumi del cedro, oggi Tassoni sotto la guida di Elio Accardo punta a costruire una solida identità di marca con una molteplicità di prodotti sodati.

Tassoni, azienda storica nel mondo delle bevande, non si è proprio distinta per dinamicità e attenzione all’immagine nel recente passato. Che cosa è cambiato?
Innanzitutto da 4 anni è cambiata la proprietà, l’azionista di maggioranza della società ha ereditato l’azienda e ha deciso, dopo un paio di anni di osservazione, di darle un impulso importante. Tassoni ha 223 anni di storia alle spalle, nata come azienda di speziati, passando poi al mercato degli spirits. Nel Dopoguerra, con l’avvento della coca cola, il nonno dell’attuale proprietaria decise di provare ad aggiungere nello sciroppo di cedro (che già fabbricava) della soda scoprendo che la risultante era questo meraviglioso prodotto a cui è stato dato il nome di cedrata. L’altro fattore critico di successo è da attribuire alla bottiglietta che non ha etichetta (le nuove leggi a fine novembre ci imporranno, ahimè, di apporla) ed è sempre stata per questo un’icona.

Lei è presente in azienda da gennaio 2014: quali cambiamenti ha apportato?
Quando sono arrivato l’azienda non aveva una rete di vendita, non curava i rapporti con la grande distribuzione. Il fatturato era fortemente sbilanciato: 80% nel canale grossisti e 20% nel canale moderno. La prima cosa che ho fatto è stato creare una rete commerciale. Oggi abbiamo un’agenzia di vendita per tutte le regioni di Italia, abbiamo riapprocciato il mercato della grande distribuzione in maniera assolutamente moderna e in linea con i tempi. Il nostro fatturato è in equilibrio, con un 55% sviluppato nel canale on trade (grossisti) e un 45% in Gdo per un totale di oltre 9 milioni di fatturato nel 2015 (rispetto ai 7,7 milioni 2014). Abbiamo inoltre una ponderata media di distribuzione nel canale iper pari a 91-92 punti percentuali.

I cambiamenti riguardano solo la riorganizzazione commerciale?
No, anche l’area del prodotto. Ma prima di parlare delle novità in questo ambito occorre fare una premessa. A mio avviso è sempre pericoloso essere legati a un unico e solo prodotto che nel nostro caso rappresentava il 99,9% del business aziendale. Altro aspetto fondamentale per me era lavorare sul brand Tassoni, cercando di insistere su un allargamento di gamma importante che apportasse degli indubbi benefici. Da qui la scelta di proporre un’Acqua tonica (che in Italia ha un unico grande competitor), il Fior di Sambuco, che è la creazione di un mercato ed è il primo di una serie di prodotti che stiamo testando e andranno a valorizzare alcune piante, qualora dimostrino di avere i requisiti adatti. La qualità della materia prima è un aspetto imprescindibile per Tassoni. Per la cedrata noi acquistiamo la qualità liscia dei cedri direttamente da Diamante, in Calabria. Successivamente, poiché del cedro usiamo solo le bucce e i loro olii essenziali, rispediamo il frutto in Calabria. In Tassoni c’era anche una focalizzazione e una tradizione di sciroppi di altissima qualità che non erano mai stati portati all’attenzione del mercato. Ho deciso di presentarli e la risposta che abbiamo ottenuto è stata decisamente positiva. Purtroppo ci siamo dovuti fermare perché la nostra produzione faceva un po’ fatica a seguire le richieste del mercato. Proprio per questo il 2016 vedrà un ingente investimento sullo stabilimento con la creazione di nuovi magazzini e spazi.

Come sono ripartite a livello geografico le vostre vendite?
L’area 4 Nielsen, ad eccezione della Sicilia (da cui siamo rimasti fuori per molti anni) va molto bene. Campania e Puglia sono due regioni molto forti insieme al Lazio. Ma siamo altrettanto forti in Emilia Romagna e Veneto. Le nostre aree di recupero invece sono Piemonte e Liguria dove non sono assolutamente soddisfatto dei risultati. Sicilia e Sardegna stanno crescendo, anche se non in maniera vertiginosa. La Toscana ha registrato incrementi molto significativi nell’ultimo biennio.

Che cosa vi aspettate per i prossimi anni?
Per il 2016 non ci siamo posti degli obiettivi molto ambiziosi in termini di ricavi. Vogliamo stabilizzarci sui risultati che abbiamo ottenuto tra fine 2014 e fine 2015. Dobbiamo testare molto bene la capacità dei nostri prodotti in termini di sell out. Stiamo facendo degli investimenti nel sito produttivo, abbiamo acquistato nuove etichettatrici, nuove macchine per la produzione. Allo stesso tempo stiamo cercando di diversificare le linee tra sciroppi, liquori e sodati. La cosa più importante è che nel giro di un anno e mezzo abbiamo aggiunto 17 nazioni nel mondo, sul fronte dell’export, contro una che ce nera nel 2014.

Adesso l’export quanto pesa per voi?
Per il momento pesa ancora poco ma la nostra presenza su Cina, Emirati Arabi, Corea e Australia è praticamente cominciata adesso. Anche sull’estero, come in Italia, vogliamo crescere in maniera organica, capendo bene chi sono e cosa vogliono i nostri importatori, facendo con loro attività di co-marketing importanti, prendendo parte alle fiere a cui loro ci suggeriranno di partecipare.

La vostra azienda è stata uno dei marchi storici di Carosello. Quale sarà il futuro di Tassoni in pubblicità?
L’obiettivo che ci siamo posti come azienda è di ritargetizzare in basso il consumatore. Abbiamo capito di avere un consumatore con un’età un po’ più alta, per cui tutte le attività che stiamo facendo mirano a ridimensionare un po’ l’età del nostro consumatore e a targetizzare maggiormente verso i giovani. Per esempio, l’anno scorso abbiamo fatto delle attività di degustazione davanti alle università.

  • Ti è piaciuto l'articolo?

    Iscriviti alla newsletter e non perderti gli altri aggiornamenti.

       
    EdizioniDMh50  

Logo Ristorazione Moderna

distribuzionemoderna.info

- Copyright © 2024 Edizioni DM Srl - Via G. Spadolini, 7 - 20141 Milano | P. IVA 08954140961 - Tutti i diritti riservati | Credits