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Monge: investire in innovazione per crescere

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Monge: investire in innovazione per crescere

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Redazione

Il gruppo Monge è la più importante realtà produttiva e industriale italiana nel settore degli alimenti per cani e gatti.

La sede di Monasterolo di Savigliano, in provincia di Cuneo, ospita tutti i reparti: produttivo, analisi, qualità, sviluppo, logistica, marketing e direzione. La capacità di coprire tutti i canali distributivi e di posizionarsi in tutte le fasce di mercato ha garantito all'azienda crescite costanti negli anni. Luciano Fassa, direttore generale di Monge ai microfoni di DM.



Il mercato del petfood è forse uno di quelli che sente meno la crisi. Per Monge come è andato il 2014?
Molto al di sopra delle previsioni fatte a inizio e metà anno. I fattori che hanno contribuito sono tanti: il mercato del petfood, sebbene in minor misura rispetto al passato, cresce ancora. Non è un mercato maturo e quindi ha sentito e sente meno la contrazione dei consumi che ha colpito negli ultimi anni il mass market.



Nello specifico, quali sono state le vostre performance?
Monge si è conquistata nuovi spazi. Oggi abbiamo una quota di 7 punti percentuali nel canale moderno. Ma operiamo anche in quello specializzato, che vale circa il 40% del mercato e nel quale ci ritagliamo una quota sull’umido di 12 punti circa, siamo leader nel segmento del cane umido nel canale specialist, insieme a un’altra importante azienda. Parte di questi risultati è da ricondurre all’ingresso nel mercato del secco, nel quale prima commercializzavamo prodotti fatti da altri partner industriali che producevano per noi. Tutto questo ci ha permesso di chiudere il 2014 con un fatturato di 125 milioni di euro, in crescita d’oltre il 15%.



Quanto pesa la produzione per le marche private?
Nel mercato del petfood la private label ha quote molto rilevanti, supera il 40%. Per noi vale meno del 15% sulla parte Italia. Complessivamente siamo intorno al 18%, considerando anche l’estero.



E l’export?
Per noi pesa intorno al 17%. L’estero cresce e va molto bene. A fine 2014 abbiamo esportato i nostri prodotti nell’ottantesimo paese. La crescita sui mercati esteri è ancora molto rilevante sui prodotti umidi grazie all’offerta di Le chat e Special Dog, ma siamo cresciuti molto nel settore specializzato con i secchi.



Quanto ha giocato sulla crescita l’investimento in comunicazione?
Ha dato un contributo significativo e determinante nella misura in cui sono stati portati avanti altri progetti. Noi siamo dei follower in questo mercato, dove operano aziende molto importanti e multinazionali e in cui c’è una concentrazione di fatturato rilevante. Questo ci ha obbligato a inventarci un ruolo e a puntare sull’innovazione di prodotto. Abbiamo innovato anche nella struttura commerciale, adattandola alle esigenze del mercato. Monge investe dal 2002 in comunicazione in modo considerevole e da 4 anni è puntualmente il terzo investitore del mercato dopo i primi due big spender. Nell’ultimo trimestre 2014, e in particolare nel bimestre novembre- dicembre, siamo risultati i leader negli investimenti pubblicitari.



Per il 2015 quali sono i progetti di Monge e e che obiettivi avete?
Ci concentreremo su quello che sappiamo fare meglio: cibi per cani e gatti. Cercheremo di ottimizzare ancora di più i processi produttivi, già interessati da significativi investimenti tecnologici negli ultimi anni grazie alla lungimiranza della proprietà. In pochi anni sono stati inaugurati due stabilimenti, l’ultimo dei quali è il più grande in Italia e uno dei tre più grandi in Europa per capacità produttiva di secco. Continueremo a lavorare per essere performanti a livello produttivo, tecnologico e a essere competitivi sui costi. Ci concentreremo su prodotti che creano valore.



E riguardo alla produzione di marche dei distributori?
E’ un settore che presidiamo da oltre 30 anni. Monge è stata una delle prime aziende a sviluppare private label nel petfood in Italia. Cercheremo di consolidare questo business proponendoci come partner su nuovi progetti. Certo, non vuole essere il nostro mestiere prevalente. Intendiamo continuare a produrre e investire sulla marca e sui nostri brand. Ma crediamo sia essenziale per il distributore affidarsi a un’azienda che ha grandi capacità e conoscenza del merc

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