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Gulli: «Vi spiego perché abbiamo ceduto il marchio Manzotin a Inalca»

Gulli: «Vi spiego perché abbiamo ceduto il marchio Manzotin a Inalca»
Gulli: «Vi spiego perché abbiamo ceduto il marchio Manzotin a Inalca»

Gulli: «Vi spiego perché abbiamo ceduto il marchio Manzotin a Inalca»

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Vincenzo Lorusso

Manzotin è un marchio con oltre 50 anni di storia nelle carni in scatola italiane, lanciato negli anni ‘60.

Grazie alla decisione delle due aziende, l’acquisizione garantisce che il brand continui ad essere Made In Italy a tutti gli effetti. Abbiamo chiesto a Vito Gulli, Presidente di Generale Conserve, di spiegarci i motivi che l’hanno portato a prendere questa decisione.

Dott. Gulli Manzotin è un marchio di successo presente sul mercato italiano da oltre 50 anni e che avevate acquistato da Bolton Alimentari circa 3 anni fa. Come mai avete deciso di cederlo al gruppo Cremonini dopo così poco tempo?
Abbiamo valutato tutte le possibili alternative percorribili, che ci consentissero di gestire l’intera filiera, dall’allevamento alla produzione. Abbiamo anche visitato allevamenti bovini in Sardegna, con il piano di poter avere uno stabilimento a Olbia, vicino al nostro attuale del tonno, anche per la lavorazione della carne in scatola… Purtroppo non è stato possibile percorrere questa strada e, poiché la nostra strategia aziendale si fonda sul controllo totale della filiera verticale, abbiamo dovuto ripiegare sulla vendita del marchio, non prima però di assicurarci di trovare un partner che garantisse al marchio di restare un brand storico italiano.

L'operazione era al vaglio da tempo o è stata una decisione "recente"?
Da quando sono sostanzialmente trascorsi i tempi tecnici necessari per valutare tutte le possibili opzioni produttive.

Nella nota da voi divulgata si evidenzia che - il passaggio rappresenta la valorizzazione e l’ottimizzazione della concentrazione delle rispettive filiere verticali. Vuole spiegarci esattamente cosa significa?
Significa che noi concentreremo investimenti, miglioramenti e innovazione dell’evoluzione delle nostre filiere verticali. Da un lato, il tonno, settore per il quale abbiamo già affrontato, a fine 2015, un ingente investimento, acquistando il controllo di una nave Oceanica per la pesca del tonno, La Torre Giulia, nave che utilizzeremo anche per effettuare valutazioni tecnico-scientifiche in merito a diversi progetti di sostenibilità. Lavoreremo, d’altro canto, anche sul pomodoro e sulla sua filiera, come abbiamo già iniziato a fare, dal 2014, con il lancio di Pura Passata di Pomodoro Vallivo, un prodotto che esalta il concetto di “filiera verticale” e su cui lavoriamo davvero dal seme al prodotto finito.

Nel 2013 avete acquisito de Rica con l'obiettivo di gestirne l'intera filiera produttiva (così come già accadeva per Asdomar). Avete intenzione di portare avanti questa politica acquisendo altri marchi o concentrerete risorse ed energie sull'ulteriore sviluppo di questi?
Al momento abbiamo in programma di investire e lavorare su questi due settori e sul miglioramento continuo dell’apporto valoriale che possiamo dare agli stessi, in termini di qualità, sostenibilità, italianità.


Stefania Lorusso

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