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Gruppo De Nigris: la qualità non tollera i luoghi comuni

Gruppo De Nigris: la qualità non tollera i luoghi comuni
Gruppo De Nigris: la qualità non tollera i luoghi comuni

Gruppo De Nigris: la qualità non tollera i luoghi comuni

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Redazione

Fondato a Napoli nel 1889, Gruppo De Nigris è il principale esponente nel mondo degli aceti di qualità, nonché il più importante produttore ed esportatore mondiale di Aceto balsamico di Modena Igp.

Vanta 4 siti produttivi: a Caivano, in provincia di Napoli, a San Donnino, in provincia di Reggio Emilia e 2 a Carpi, in provincia di Modena.
Attualmente condotto dalla terza generazione imprenditoriale, rappresentata dai fratelli Armando, Raffaele e Luca, il gruppo ha una capacità produttiva di 30 milioni di litri e vende in 75 Paesi.
Vanta, oltre al balsamico, un assortimento molto robusto, tradizionale e bio: aceti di vino, di mele, di riso, glasse e aceti del benessere (da bere come detox, o da utilizzare come condimenti).
Recentemente De Nigris ha lanciato, in partnership strategica con Calvé (gruppo Unilever), una nuova categoria di prodotto: una linea di condimenti spray a base di aceto, arricchita con ingredienti. Tre le varianti disponibili: a base di aceto di mele, con zenzero e lime, indicato per insalate e pesce; a base di aceto di mele con curcuma e uva, per insalate e carni bianche; a base di aceto balsamico di Modena Igp con mirtilli rossi e miele, per insalate e carni rosse. I prodotti, dando gusto agli alimenti, favoriscono la riduzione di sale aggiunto e sono dunque in linea con i moderni stili alimentari.
Giovanni Garagnani, Direttore commerciale, ci racconta le direzioni evolutive del gruppo.

Come si è chiuso il 2018?

Il 2018 si è chiuso con un fatturato consolidato di 83,5 milioni di euro, un valore che si esprime totalmente nella categoria aceti e condimenti. È stato un anno importante, che ha consolidato la crescita di tutta la parte più innovativa della nostra offerta. Per il 2019 ci aspettiamo risultati altrettanto positivi. L’incremento continuerà a premiare la fascia più innovativa.

Quali sono i trend del mercato degli aceti?

La categoria degli aceti mostra fenomeni diversificati nel corso degli anni e a seconda dei segmenti. Il balsamico continua a macinare performance di rilievo all’estero, ma in Italia la domanda è diventata gradualmente stabile. Stabili anche le glasse. Il mercato interno ha favorito soprattutto l’aceto di mele, che dimostra le performance più significative, grazie alla sua leggerezza e al suo valore salutistico, ma va bene anche l’aceto classico e specialmente l’aceto bianco di alcol. In questo segmento abbiamo immesso sul mercato, nel 2013, il brand Casaceto

Parliamo di Casaceto…

Se l’aceto classico si sviluppa ciò avviene soprattutto per merito di Casaceto, un prodotto molto eclettico che oggi ha il 70% di quota di mercato nel segmento aceto di alcool. Pur restando un bene alimentare si presta a tutta una serie di utilizzi alternativi come le pulizie domestiche, la disinfezione delle verdure, la lotta al calcare, evitando lo spreco dell’aceto di vino, più nobile e complesso.

Una novità sono gli aceti del benessere. Spieghiamo meglio…

Lanciata a Cibus Connect 2019 la gamma, interamente biologica, alligna 3 prodotti: aceto di mele, di melograno e di cocco. Rientrano a pieno titolo nei condimenti, ma sono anche da impiegare in chiave nutrizionale e funzionale, come detox. Il prodotto vuole dare una sferzata innovativa al settore e introdurre qualcosa di diverso nella dieta mediterranea. Per questo ci aspettiamo crescite molto interessanti nel medio termine.

Perché il balsamico, invece, rallenta?

Il balsamico, che ha trovato un posto importante all’interno di un target geograficamente posizionato nel Nord Italia fatica ora a diffondersi presso nuovi clienti, che stentano a capirne le peculiarità e i pregi: esistono infatti molte varianti di balsamico e i prodotti che sono sugli scaffali hanno livelli di prezzo che cambiano a seconda della densità del mosto, pur parlando sempre di Aceto Balsamico di Modena IGP. Il sistema dei prodotti Igp e la comunicazione non hanno avuto la forza sufficiente a portare il balsamico in aree come il Centro e il Sud, nelle quali non è diffusa la cultura di un condimento dal sapore piuttosto dolce, per via delle percentuali di mosto, e molto adatto anche a cibi diversi dalle insalate. Per creare una vera cultura di prodotto abbiamo dunque inaugurato, nel 2016, il Balsamico Village.

Di cosa si tratta?

È un parco alimentare a tema: il primo in Europa dedicato a un prodotto di origine certificata. Oltre 40.000 mq nella campagna modenese, in una natura spettacolare tra Carpi e Correggio, dove è possibile partecipare a un’esperienza immersiva nella cultura dell’Aceto Balsamico di Modena. I visitatori passeggiano in un museo all’aperto dedicato alla storia del Balsamico, assistono agli eventi che si svolgono presso l’anfiteatro, partecipano a degustazioni guidate nel cuore del Balsamico Village: la sala di invecchiamento, dove milioni di litri di aceto riposano in botti di rovere. In seguito il Parco ha anche inaugurato un collegamento presso Fico Eataly World con un proprio Balsamico Village Point.

I mercati esteri sono importanti per il gruppo. Quanti Paesi raggiungete?

Quest’anno De Nigris ha coperto 75 Paesi. Il balsamico infatti continua a essere amatissimo, tanto che la sua vendita è, per l’80%, dovuta ai mercati esteri, mentre l’Italia, che è produttrice e inventrice, resta l’ottava nazione per consumo pro capite. In testa troviamo Svizzera, Germania, Austria, che sono poi le aree più avvezze all’utilizzo del gusto dolce in cucina. Il mercato statunitense, dal canto suo, rimane il più grande, grazie ai suoi oltre 300 milioni di abitanti. Quanto ai nuovi ingressi stiamo privilegiando quelle economie in evoluzione e che si aprono ai prodotti importati di qualità in generale e a quelli italiani in particolare. Siamo entrati recentemente in Moldavia e Namibia.

Quali sono i vostri canali commerciali?

Se la Gdo rappresenta il 70%, il mondo Horeca costituisce il restante 30% ed è un mondo che merita grande attenzione, essendo fondamentale per sviluppare prodotti nuovi e farli conoscere al consumatore che tenderà a ricercarli poi nel retail. La ristorazione ha, quasi sempre, un approccio di qualità, che privilegia i beni di fascia alta e garantisce visibilità. E proprio in un’ottica di visibilità stiamo sviluppando le nostre boutique di eccellenza, con monomarca sotto insegna De Nigris, che puntano sulla fascia top. Offrono una gamma che non si può acquistare altrove e che soddisfa curiosi del food, amatori, turisti, persone alla ricerca di un regalo diverso dal solito. La rete è presente negli aeroporti di Bologna e Napoli, a Milano in corso Magenta, a Carpi, all’interno del Balsamico Village, di nuovo a Bologna, presso Fico Eataly World. All’estero stiamo valutando la creazione di temporary store, che potrebbero diventare sedi fisse.

Concludiamo con le marche private. Siete interessati?

Sì, la private label è strategica e particolare attenzione è per le insegne con le quali possiamo sviluppare un progetto di partnership. Le Mdd oggi sono importanti e costituisco un ulteriore banco di prova delle nostre capacità di ricerca. Oggi, sommando anche le catene estere, l’incidenza delle private label sul nostro fatturato è pari al 50 per cento.

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