Yogurt e pollo fritto: così lo street food conquista il consumatore italiano
Yogurt e pollo fritto: così lo street food conquista il consumatore italiano
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Ha fatto dello street food franchising il suo cavallo di battaglia.
Così Alberto Langella, 37 anni, di Pagani nel Salernitano, amministratore delegato di Penta Group, che riunisce sotto al suo ombrello i due brand La Yogurteria e Fry Chicken & Chips, ha conquistato gusti e palato dei consumatori sempre più attenti in fatto di alimentazione salutistica e pasti take away: lo yogurt arriva direttamente dal Trentino Alto-Adige e le patate dalla pianura del Fucino, il panino è ai cinque cereali. Insomma, è tutto all’insegna della salute per un gruppo che oggi fattura un milione 700mila euro, che diventano 4 se si conta anche il giro d’affari degli affiliati.
La Yogurteria fa leva sul concetto di frozen yogurt, mutuato da quello americano, per offrire al consumatore un autentico yogurt gelato. Del resto lo yogurt, inteso sempre più come alimento non solo salutistico ma anche di dessert a fine pasto, è cresciuto nel 2015 del 7,2% ed è acquistato dal 96% delle famiglie italiane. Il primo negozio La Yogurteria ha aperto i battenti a Salerno nel 2006. Oggi i punti vendita sono 48 in tutta Italia, da Milano a Pantelleria, e in arrivo per il 2016 ce ne sono altri 15 per un totale di 30 nuovi addetti. Langella conta di sviluppare il brand anche oltreconfine: aprirà 5 punti vendita in Spagna tra cui Madrid, Barcellona e Isole Canarie e uno in Svizzera nel Canton Ticino, ma sta anche implementando il futuro sviluppo in Austria, Germania e Francia.
«Lo street food è un format che piace – sostiene Alberto Langella, amministratore delegato Penta Group –, perché ben si adatta alle mutate abitudini dei tre quarti degli italiani che consumano ormai un pasto fuori casa. Gli italiani, inoltre, stanno ricominciando a destinare le proprie finanze anche ad acquistare ciò che desiderano, tanto che è cresciuto dal 10 al 18% il numero di chi ritiene il momento favorevole per comprare anche beni non di prima necessità. Da qui la voglia di concedersi qualche sfizio in più».
Quanto a Fry Chicken & Chips, brand nato di recente, ha all’attivo una decina di negozi. In febbraio ha aperto un punto vendita in franchising a Reggio Calabria che, nei soli primi dieci giorni, ha fatturato 1.200 euro al giorno con uno scontrino medio di 7,5 euro per poi assestarsi a 1.100 euro giornalieri. Di punti vendita quest’anno ne aprirà altri 14 con 5 occupati ciascuno. I primi saranno a Messina il 20 aprile, a Riccione a fine maggio e a Milano in giugno con personale formato direttamente da tutor dell’azienda secondo un programma di training che dura 15 giorni. Il brand si rivolge a un target giovane, che del pasto fuori casa ha fatto un’abitudine ormai consolidata. L’età media è compresa tra i 15 e i 24 anni con una prevalenza (70%) di pubblico femminile, mentre per il 60% dei consumatori uomini oscilla tra i 24 e 35 anni. In questo caso proprio l’anagrafe è una spia indicativa dei nuovi modelli di consumo degli italiani e dell’attenzione posta anche al lato salutistico del cibo take away. «Cerchiamo di dare fritto di qualità – spiega Langella –, fatto di carne fresca, di polli italiani certificati e preparati con un’infarinatura particolare, fritti in olio di arachide controllato al cento per cento. La gente ci assimila a McDonald’s e Burger King, siamo un gruppo giovane e tutto italiano, che aspira a diventare un punto di riferimento del food made in Italy fatto di qualità e ingredienti di prim’ordine».
Ora resta solo da capire cosa uscirà ancora per il prossimo futuro dal cilindro dell’intraprendente imprenditore salernitano.
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