di Claudia Scorza

Amadori ha chiuso il 2021 con un fatturato di 1.362 milioni di euro e un incremento di 130 milioni rispetto l’anno precedente. L’utile netto è pari a 18,7 milioni, mentre l’Ebitda si è attestato sugli 86 milioni, con un patrimonio netto di 296 milioni e investimenti per 95 milioni di euro.

«Il trend positivo – commenta Francesco Berti, amministratore delegato del Gruppo Amadori – è stato guidato dalle vendite nel canale moderno (+4,7%) e da una ripresa del canale tradizionale (+0,6%), che tuttavia non è ancora tornato ai numeri pre-pandemia. Il fuoricasa ha registrato una importante accelerazione (+16,9%), anche se non ha recuperato il ritardo accumulato nel periodo delle chiusure 2020».

Il Gruppo nel 2021 si è presentato sul mercato con importanti novità di prodotto, entrando nel segmento della colazione e della merenda con i nuovi impasti freschi per pancake, e sedimentando la sua leadership nel segmento degli impanati snack con il lancio delle nuove Birbe Pops.

L’azienda ha, inoltre, fissato obiettivi di crescita in diversi ambiti, con grande interesse al settore delle proteine, non solo bianche, ma anche rosa e di origine vegetale. A questo proposito, l’acquisizione di Lenti è stato un primo passo di integrazione della filiera delle proteine rosa. Il recente lancio della nuova linea “Ama, Vivi e Gusta” ha, invece, segnato l’ingresso di Amadori nel comparto delle proteine verdi, segmento di mercato in forte ascesa e in linea con le più recenti abitudini del consumatore moderno.

Per i prossimi anni, il Gruppo conferma le linee guide strategiche di ampliamento dell’offerta di prodotti a base proteica e il conseguente piano strategico di investimenti con l’obiettivo di medio periodo di raggiungere 1,7 miliardi di fatturato, consolidando il modello di filiera 100% italiana, integrata e sostenibile.

«La strategia di sviluppo di Amadori – prosegue Francesco Berti – è funzionale al raggiungimento di importanti obiettivi di sostenibilità economica e ambientale lungo tutta la filiera, dagli allevamenti agli stabilimenti, dai mangimifici alla logistica. A partire dalle nostre linee premium, Il Campese, Bio e Qualità 10+, continueremo a puntare su qualità e innovazione per rispondere alle esigenze in costante evoluzione dei consumatori, portando valore a una cultura agroalimentare che nasce dal saper fare e sa guardare al futuro».