Doppia acquisizione per Granarolo: la multinazionale cooperativa si aggiudica Pandea Dietetica e il 30% di San Lucio, con sede in provincia di Brescia.

Della prima operazione si parlava già da qualche tempo. Specialista nelle produzioni da forno, l’azienda parmense ha fatturato, lo scorso anno, 12,9 milioni di euro, dei quali il 66% dovuti agli alimenti convenzionali (cracker, grissini ecc.) e il restante 34% (fette biscottate, cracker...) a quelli senza glutine.

La società, rilevata mediante asta competitiva, ha saputo resistere alla crisi finanziaria in cui versava ormai da alcuni anni e, anche durante l’esercizio provvisorio disposto dal Tribunale di Verona, è riuscita ad autofinanziarsi e a mantenere la piena continuità produttiva con tutta la forza lavoro.

Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo, spiega che il deal “rientra nel piano industriale volto a diversificare ulteriormente il portafoglio prodotti indirizzato a consumatori, domestici ed esteri, sempre più inclini a utilizzare alimenti funzionali al proprio benessere. I “senza” (glutine, lattosio ...) cresceranno in modo significativo nei prossimi anni e tutti i dati lo confermano. Ci stiamo attrezzando per rispondere a un mercato in rapida evoluzione con prodotti di qualità e italiani, cercando al contempo di fare operazioni nel rispetto delle realtà esistenti e dei territori di riferimento”.

Sempre sotto il segno della diversificazione in questo business molto promettente, va visto l’ingresso in San Lucio Srl, proprietaria di Groksì!, brand legato a un innovativo snack di formaggio cotto al forno, naturalmente senza lattosio e senza glutine, per cui adatto anche a persone con intolleranze alimentari. Groskì è ottenuto con un metodo brevettato che, permettendo di estrarre l’umidità presente nel formaggio, conferisce croccantezza ed esonera il formaggio da refrigerazione.

San Lucio, nata pochi anni su iniziativa di una famiglia di giovani imprenditori, ha un fatturato atteso di oltre 4 milioni di euro nel 2016, di cui l’export rappresenta circa il 40 per cento.

Commenta Bruno Sangiacomo, presidente di San Lucio e titolare, con le sorelle, della società, tramite la holding di famiglia Sangiafin: “L’interesse di Granarolo – è per noi la dimostrazione della validità del progetto ideato, costruito e seguito in questi ultimi anni e rappresenta al tempo stesso un’opportunità unica per fare crescere ulteriormente i consumi del nostro prodotto in Italia e oltre frontiera”.

In un triennio Granarolo ha condotto poco meno di una ventina di operazioni di acquisto fra Italia ed estero. Nel 2015 il fatturato del gruppo ha raggiunto 1.078 milioni di euro (+3,9%) e l’Ebitda è salito a 70 (+16,6). Il risultato netto è raddoppiato a 18 milioni (+110 sul 2014). Il giro d’affari estero è oggi intorno al 20-22%, ma è destinato a toccare, secondo il nuovo piano industriale 2017-2019, il 35-40 per cento.