Lidl si compra il più grande pastificio tedesco
Lidl si compra il più grande pastificio tedesco
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di Luca Salomone
Lidl rafforza il suo volto di impresa globale e rileva Erfurter Teigwaren, la maggiore industria tedesca della pasta secca.
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Una storia plurisecolare
La società, con sede, appunto, a Erfurt, capitale della Turingia, nella Germania centro-orientale, ha quasi 230 anni di storia (è nata nel 1793) e produce 100 formati di pasta, per un totale che supera le 100 mila tonnellate ogni dodici mesi.
Le tipologie di punta sono quelle più gradite anche a livello internazionale - spaghetti, fusilli, penne, rigatoni, tagliatelle, vermicelli, maccheroni –, mentre il cuore commerciale è rappresentato dal retail alimentare, con particolare attenzione per le private label.
«L'obiettivo dell'acquisizione – commenta gruppo Lidl – è di fornire, alle nostre attività distributive, pasta di alta qualità e di produzione propria».
L’acquisita, che ha fatturato nel 2020, 71 milioni di euro, dà lavoro a più di 170 persone e opera sull’intero mercato tedesco, il quale evidenzia consumi solidi, radicati e in costante crescita, pari a 9 Kg annui a testa. Se non paragonabile alle cifre record dell’Italia (23 Kg pro capite), della Tunisia (17) e del Venezuela (15), il dato rivaleggia con gli 8,8 Kg degli statunitensi (dati Unione italiana food).
Le forniture industriali non sono scontate
L’operazione rientra in un costante rafforzamento del lato industriale di gruppo Schwarz, rappresentato da Schwarz Production che, secondo quanto riporta il giornale Handelsblatt, totalizzerà quest’anno 2,5 miliardi di euro.
«L’attuale situazione industriale, esposta alle forti oscillazioni dei prezzi, dimostra che persino le forniture del settore grocery non sono più un fatto scontato e pacifico», ha detto, al quotidiano, Jörg Aldenkott, il top manager cinquatreenne, che guida Schwarz Production.
Del resto, la volontà di produrre da sé i propri prodotti – freschi e secchi - risale, per molti operatori della Gdo, a tempi che precedono, talora di molto, l’attuale crisi: si pensi solo ai casi di Esselunga in Italia, di Colruyt in Belgio, di Migros e Coop in Svizzera…
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