di Luca Salomone

Pareva incredibile; eppure, è successo: Amazon, ha chiuso il trimestre gennaio-marzo 2022, con una perdita delle vendite nette, sul corrispondente, di 3,8 miliardi di dollari, la prima dal 2015.

L'impatto dei cambi

A gennaio-marzo 2021 il dato era di 116,444 miliardi mentre ora si è attestato a 108,518 miliardi. Tuttavia, precisa la regina del commercio elettronico, per analizzare in modo preciso il dato bisogna considerare che l’impatto sfavorevole sul primo quarter 2021 è dovuto, per 1,8 miliardi, alle bizzarrie del mercato valutario le quali, una volta escluse, portano il dato tendenziale a più 9 punti.

Anche altri indici dimostrano, comunque, un rallentamento, dopo l’abbuffata del periodo pandemico: il flusso di cassa operativo, nei dodici mesi terminanti a marzo, ha lasciato sul terreno 41 punti, con una decelerazione a 39,3 miliardi di Usd rispetto ai 67,2 del corrispondente anno mobile.

Il free cash flow - il flusso di cassa disponibile, o differenza tra flusso di cassa dalle attività operative e flusso di cassa per investimenti in capitale fisso -, è passato, a un ‘outflow’ di 22,3 miliardi di dollari, rispetto a un ‘inflow’ di 16,8 miliardi, per via dell’investimento nella società di veicoli elettrici Rivian automotive, dove Amazon possiede il 20 per cento.

Il raddoppio della rete

«La pandemia e la successiva guerra in Ucraina hanno portato a una differente modalità di crescita con sfide insolite – ha detto Andy Jassy, Ceo di Amazon -. Aws (Amazon web services) ha avuto un incremento del 34% medio nel biennio che diventa un 37 per cento annuo nel primo trimestre. Questo dimostra che il gruppo ha svolto un ruolo fondamentale nell’aiutare le imprese a superare la pandemia e a trasferire una larga parte dei propri carichi di lavoro sul cloud.

Il B2c, del resto, ha continuato il top manager, è aumentato di 23 punti in media annua, sempre nel biennio, dopo la straordinaria performance conseguita nel 2020, con un +39%, il che ha comportato il raddoppio di una filiera di evasione ordini costruita in 25 anni (Amazon è stata fondata come Cadabra.com il 5 luglio del 1994, per assumere il nome attuale un anno dopo), «una rete che abbiamo modificato completamente in soli 24 mesi».

E ora? Ora, ha detto l’amministratore delegato, superato il bisogno di crescita, stiamo concentrandoci sul miglioramento della produttività, sull’efficienza dei costi, sull’esperienza del cliente, sulla velocità delle consegne. «Ciò potrebbe richiedere tempo, in particolare mentre affrontiamo le continue pressioni inflazionistiche e sulla catena di approvvigionamento, ma vediamo progressi molto incoraggianti. Sappiamo farlo e lo abbiamo già fatto».