Il progetto orientale di Pasta Sgambaro
Il progetto orientale di Pasta Sgambaro
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Per i produttori italiani di pasta il 2020 è stato un anno record e non solo in Italia, ma anche fuori dai confini: l'esportazione è cresciuta del 16%, un dato che sfiora il raddoppio nel caso di Sgambaro.
La società, infatti, ha chiuso il bilancio con un aumento del fatturato estero pari al 30 per cento.
Quest’anno l’azienda veneta, con sede a Castello di Godego, vicino a Treviso, punta a consolidare i volumi e a registrare un ulteriore aumento delle vendite totali, Italia compresa, pari al 5 per cento.
Entro la fine del 2023 il peso dell'estero sul giro d'affari complessivo toccherà il 30% dall'attuale 18-20%, su un fatturato complessivo 2020, di 21 milioni di euro (erano 17 milioni nel 2014 e 18,7 nel 2016). "Sono risultati che non posso che definire eccezionali - commenta il presidente, Pierantonio Sgambaro -. Da un lato sono ben consapevole come le nostre recenti performance siano strettamente connesse all'emergenza sanitaria, ma, dall’altro, mi auguro ovviamente che tutto questo non si ripeta. Leggo però un segnale importante e di ampio respiro: la pasta di alta qualità – e la nostra è rigorosamente italiana, anche nelle materie prime - è sempre più riconosciuta e apprezzata anche in Paesi che non condividono la nostra tradizione e passione per il prodotto”.
Sgambaro produce, dal 2001, una sola linea di pasta di grano duro e, dunque, i beni acquistati, per esempio, a Copenaghen o Riad sono gli stessi che si trovano sugli scaffali di Milano, o Bologna.
Il pastificio gode di un ottimo posizionamento nel Nord Europa, in particolare Danimarca, Finlandia, Svezia, Islanda e oggi lo staff è al lavoro per entrare, o ampliare la presenza, nei grandi mercati europei: Francia, Spagna, Germania e Regno Unito. Ma il management guarda, con interesse, anche all'evoluzione del comportamento d'acquisto nell'Est del continente e in Russia, aree che tradizionalmente premiamo strategie di pricing molto competitive.
Va detto che oggi il raggio d'azione di Sgambaro si estende dall'Arabia Saudita a Israele, fino al Sudafrica, e dall'Australia ai Paesi del Sud-est Asiatico e al Giappone, senza dimenticare il Canada, che, dal pastificio veneto, compra la pasta di Kamut, la sola materia prima non prodotta in Italia e che l'azienda importa proprio dal Nord America.
"Nonostante si parli di volumi molto bassi, negli ultimi mesi abbiano iniziato a spedire la nostra pasta in Repubblica Ceca, Polonia e Serbia – aggiunge Federico Gris, direttore commerciale -. Un fatto curioso: in Russia è soprattutto il mondo della ristorazione d'alta gamma a ordinare il prodotto".
Ma perché scegliere italiano? “Di fronte ai diversi brand di pasta tricolore presenti sullo scaffale del supermercato, bisogna davvero chiedersi il perché - dice Gris –. Rispondere è cruciale e, non a caso, educare i consumatori è uno degli ingredienti della nostra strategia di sviluppo estero. Lavoriamo a stretto contatto con gli agenti, o gli importatori partner, con materiali informativi e di marketing, contenuti per la comunicazione su diversi canali, inclusi i social, e una costante disponibilità al confronto”.
Da ricordare due casi di successo. Dopo avere ottenuto, in Israele, la certificazione Star-K Kosher, Sgambaro ha superato anche il rigoroso iter di certificazione Halal per le nazioni di religione, in tutto o in parte, islamica. "Abbiamo intrapreso il percorso su suggerimento di un nostro importatore che lavora in Malesia e Thailandia (6% di musulmani, ndr,) – spiega Gris -. Oltre a questi due Paesi, il riconoscimento internazionale ci ha permesso di entrare in Indonesia e Arabia Saudita".
In Cina, grazie al dialogo con uno dei maggiori distributori online di integratori, ha preso forma ‘Colourful Pasta’. Ancora in fase di sviluppo il progetto sta conducendo alla creazione di cinque referenze di pasta aromatizzate con curcuma (giallo), spinaci (verde), pomodoro (rosso), barbabietola (viola) e alga spirulina (verde-azzurro scuro). "È un'iniziativa interessante perché ci permetterà di rivolgerci a un target ben definito di consumatori locali che, oltre alla qualità della pasta, sono interessati a un prodotto arricchito di nutrienti e dall'aspetto distintivo ed elegante – conclude Gris -. Considerando che ogni nicchia di mercato, in Cina (1,42 miliardi di abitanti la stima del Governo di Pechino, ndr.), rappresenta potenzialmente milioni di persone, l'iniziativa dovrebbe dare una spinta significativa alla nostra crescita".
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