Dopo Carrefour, uscito nel 2019, con la vendita delle attività al gruppo locale Suning, anche Auchan si disimpegna dalla Cina (e da Taiwan) e vende, ad Alibaba, la quota, del 36,18%, detenuta in SunArt, di cui lo stesso Alibaba era già socio, al 36,16 per cento.

SunArt possiede, nel Paese della Grande Muraglia, una rete di 484 ipermercati, di cui solo una minoranza sotto insegna francese.

L’obiettivo dell’alleanza, alla quale aveva aderito anche la taiwanese Ruentex (real estate), con una partecipazione del 4,68%, non era tanto l’ulteriore sviluppo del canale iper, ma la digitalizzazione spinta, avviata con il lancio, a Shangai, di Auchan Minute, un nuovo format di ultraprossimità totalmente automatizzato e costantemente collegato a WeChat, l’equivalente orientale di WhatsApp.

I motivi dell’operazione, ha ammesso Auchan, sono dovuti alla particolarità del mercato dell'Estremo Oriente, che rende molto problematico e, probabilmente poco redditizio, l’insediamento degli operatori distributivi stranieri.

Del resto in Cina il commercio elettronico conta parecchio, visto che la Repubblica Popolare, secondo alcune stime, polarizza oltre il 50% di tutto il mercato mondiale online. Proprio per questo il francese stava adeguandosi, con successo, a una sempre maggiore integrazione tra fisico e digitale. Ma, evidentemente, questo non è bastato.

Grazie alla cessione, Auchan incassa una cifra di 3 miliardi di euro, che dovrebbero essere reinvestiti nel progetto ‘Auchan 2022’, incentrato sulla ridefinizione degli assortimenti e dei format in base alle più moderne esigenze dei consumatori.

Non solo: quasi in contemporanea il colosso francese ha lasciato anche Taiwan, con la cessione completa della propria partecipazione, 63,83%, nella catena Rt Mart (800 milioni di euro di fatturato), girata al retailer locale Px-Mart. Passa a Px anche la quota in capo a Ruentex, il che porta Px a controllare il 95,97 di Rt.

Tuttavia, ben prima di queste operazioni, nel 2019, Auchan Retail sviluppava, in Asia (Cina+Taiwan) un giro d’affari non certo trascurabile e di ben 18 miliardi di euro.