A distanza di quasi tre anni dalla procedura d’infrazione avviata dalla Commissione europea nei confronti della Germania, la Corte di giustizia ha finalmente preso una decisione in merito alla delicata questione dell’utilizzo del termine Parmesan.

La sentenza ha infatti stabilito che Parmesan non è un termine generico ma rappresenta un’evocazione della denominazione Parmigiano-Reggiano. Il suo uso quindi non è valido per formaggi non conformi al disciplinare e costituisce una violazione alla Dop italiana.  

“Una sentenza che finalmente sgombra definitivamente il campo dalle ambiguità dietro le quali si sono nascosti contraffattori - ha commentato Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Parmigiano-Reggiano - che hanno procurato danni economici e d’immagine a un prodotto cui si lega l’attività di 20mila operatori e che, all’origine, vale oltre 800 milioni di euro e circa 1.500 al consumo”.

Un risultato importante che, come ha sottolineato il ministro De Castro, potrà rafforzare l’azione di tutela di tutti i prodotti tipici italiani, spesso oggetto di imitazione da parte di altri paesi che ne sfruttano la notorietà. L’auspicio è che questa sentenza costituisca l’occasione per migliorare la normativa comunitaria e affermare un meccanismo di reciprocità nella tutela dei prodotti da parte dei paesi membri.