Nonostante le difficoltà incontrate dall’intero settore per recuperare gli aumenti di alcuni costi - che influiscono sulla redditività del comparto, ormai ferma o in calo da diversi anni - la salumeria italiana nel 2007 è riuscita a registrare leggeri incrementi sia della produzione che dei consumi.

Secondi i dati forniti dall’Associazione industriali delle carni, infatti, la produzione nazionale di salumi è aumentata dell’1,3%, toccando la cifra record di 1,177 milioni di tonnellate, per un fatturato di 7.504 milioni di euro, in crescita di 1,7 punti percentuali.

I prodotti leader del settore, crudo e cotto, hanno rafforzato la propria posizione e oggi rappresentano complessivamente il 48,2% delle quantità e il 51% del fatturato. Una crescita più sostenuta quella del prosciutto crudo (+1,8% pari a 283,1mila tonnellate) rispetto al cotto, che guadagna 0,9% e raggiunge 283,7mila tonnellate.

In leggero calo a valore, la mortadella raggiunge le 172mila tonnellate (+0,3%) mentre i würstel registrano importanti incrementi sia a volume (3,1%) che a valore (4,4%). Diminuisce il giro d’affari di pancetta e coppa, che guadagnano però 1% e 0,5% nelle quantità. Buona la situazione per salame e speck, mentre la bresaola conferma il trend di crescita degli ultimi anni.

Per quanto riguarda i consumi interni, la domanda è cresciuta dello 0,7% rispetto allo scorso anno, raggiungendo 243,3mila tonnellate grazie soprattutto ai prezzi contenuti dei salumi rispetto ad altri prodotti concorrenti. Non sembra subire flessioni a causa del prezzo più caro il preaffettato, che si ritaglia un ruolo sempre più importante e viene considerato dal consumatore soprattutto per l’alto contenuto di servizio.

Con una quota pari al 25% del totale, il prosciutto cotto si conferma il preferito dagli italiani, seguito da prosciutto crudo (21,9%), mortadella e würstel (20%) e salame (9%). Da evidenziare un ulteriore incremento del crudo, derivante esclusivamente dalla produzione nazionale (con l’import in calo del 19,6%) mentre si confermano sostanzialmente stabili gli altri salumi.

Grandi soddisfazioni infine dall’estero, dove il settore - leader in Europa per numero di salumi tutelati - ha registrato un incremento del 4,3 per le quantità inviate oltre confine, che hanno così raggiunto le 105,9mila tonnellate per un giro d’affari di circa 820 milioni di euro, in crescita del 6,6%.

Francia e Germania, i principali mercati di riferimento, raggiungono rispettivamente 23,6mila e 22,7mila tonnellate. Ma il dato più incoraggiante giunge dagli Stati Uniti dove, nonostante il rapido e sostenuto rafforzamento dell’euro, sono stati esportate 4,1mila tonnellate di salumi (+14,1% rispetto all’anno precedente) per un fatturato che si avvicina ormai ai 43 milioni di euro (+15,7%).