Una pratica enologica in contrasto con l’identità del vino italiano.
Città del Vino: “Da segnalare chiaramente in etichetta”


Secondo l’Associazione nazionale Città del Vino, la rete italiana dei territori Doc (oltre 540 Comuni associati), la pratica enologica in uso negli Stati Uniti e ora ammessa anche in Europa va decisamente contro la tradizione e l’identità vitivinicola europea e italiana in particolare.

Nei prossimi giorni si comincerà a discutere sul regolamento applicativo che autorizza l’impiego di pratiche enologiche in uso nei nuovi Paesi produttori, come l’impiego dei trucioli di legno che danno al vino un effetto barrique.

“E’ una pratica che va contro l’enologia corrente, sempre più orientata alle produzioni di qualità, che indurrà in confusione il consumatore e rischia di mettere in crisi quel che resta di una plurisecolare tradizione artigianale, quella dei bottai – fa notare il presidente di Città del Vino, Floriano Zambon -. Il vino di qualità non è una bevanda che si ottiene per aggiunta di ingredienti, ma il risultato di un lavoro serio e attento. Avremmo preferito un sistema di regole per un uso corretto delle barrique. Così non è. Ci auguriamo che l’Italia sbarri la strada all’impiego di queste pratiche che nulla hanno a vedere con la nostra tradizione enologica. Ma se verranno adottate – puntualizza Zambon – che almeno vengano segnalate chiaramente in etichetta”.