Il Gruppo Italiano Fabbricanti Cartone Ondulato - Gifco ha presentato i dati del settore, che mostra una crescita continua anche grazie alla spinta dell’e-commerce. Il comparto - che dà lavoro a circa 15 mila addetti - ha una produzione annua in superficie che nel 2017 ha superato i 6,7 miliardi di metri quadrati (contro i 6,5 miliardi del 2016: +2,82%) e un fatturato che ha raggiunto i 4 miliardi di euro.



Durante lo scorso anno, inoltre, la produzione dei soci Gifco è stata pari a 6,3 miliardi di mq di cartone ondulato (+2,1% sul 2016), rispetto ai 7,8 miliardi di mq prodotti dall’industria tedesca (+3%). L’Italia, infatti, si conferma primo produttore a livello europeo dopo la Germania. Francia e Gran Bretagna sono rispettivamente il terzo e quarto produttore europeo in termini di volumi e superfici. 


Se si considerano i settori merceologici, l’alimentare (ortofrutta, prodotti freschi e lavorati, bevande, pesci, carni e polli) è ancora il maggior mercato di sbocco di questo materiale, con una quota in crescita di 2 punti percentuali sul 2016, che si attesta al 60,3%. Il non food (elettrodomestici, edilizia, industria metalmeccanica, farmaceutica, arredamento, igiene, cosmesi, pulizia per la casa) perde, invece, quote scendendo al 39,7%.



Il cartone ondulato si conferma, inoltre, materiale green per eccellenza: l’80% degli imballaggi prodotti dalle aziende associate a Gifco è realizzato con carta riciclata e, a loro volta, gli imballi giunti a fine vita sono riciclabili nella loro totalità.

“Negli ultimi cinque anni abbiamo assistito a una crescita costante, sia in superficie che in peso, consolidando così la ripresa produttiva del cartone ondulato successiva alla crisi del precedente quinquennio 2007-2012”, afferma il presidente di Gifco, Amelio Cecchini. “Questo trend positivo - continua il presidente - conferma che il cartone ondulato è un veicolo fondamentale per l’industria italiana, packaging per eccellenza per la spedizione dei beni acquistati online, con un ruolo fondamentale nella valorizzazione dell’export e nella competitività del prodotto made in Italy”.