Un terzo delle imposte (33,7%) è pagato dal 4% degli italiani contribuenti che dichiarano redditi superiori a 55.000 euro, secondo le anticipazioni dei dati Irpef 2015 fornite da Itinerari Previdenziali. La fascia più bassa (redditi fino a 15.000 euro) è rappresentata da oltre 18milioni di italiani (il 45% dei contribuenti) che, però, versa appena il 5% delle tasse totali. La lotta all’evasione fiscale e contributiva si conferma quindi essere il tema centrale per risanare un sistema welfare e renderlo equo.

Questa la fotografia resa nell’ambito del convegno “Welfare Previdenziale tra equità e sostenibilità” organizzato da Federmanager e ALDAI, la partecipazione di CIDA e la collaborazione di Itinerari Previdenziali.

“La sfida principale è quella di favorire un maggiore sviluppo del welfare complementare e integrativo, passando ad un plafond unico di deducibilità per sostenere le varie fasi della vita – afferma il prof. Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali - A questo si unisce la necessità di un’inversione del modello fiscale per accedere alle prestazioni, passando da un modello per cui ‘meno dichiaro, più prestazioni ottengo’ ad uno in cui ‘più dichiaro, più spese per welfare deduco”.

L’Europa chiede di riformare quella che appare come una spesa “fuori controllo” e che invece classificata, al netto dell’Irpef e delle altre voci non previdenziali, pesa poco più dell’11%. Anche per questo Federmanager ritiene che sia indispensabile che il finanziamento dell’assistenza avvenga attraverso la fiscalità