I dati Istat sul commercio al dettaglio relativi al mese di novembre 2017 registrano un incremento dell’1,4% rispetto a novembre 2016 nelle vendite a valore, con l’alimentare al 2,0% e il non alimentare all’1,1%. Dall’inizio dell’anno l’Istat evidenzia una variazione pari a +0,2% a valore e al -0,6% a volume.

“Pur prendendo atto del dato positivo di novembre, particolarmente nella Grande Distribuzione, bisogna sottolineare come continui la volatilità delle vendite al dettaglio che ha caratterizzato il trend del 2017 - dichiara Giovanni Cobolli Gigli Presidente di Federdistribuzione – Dopo il buon dato di settembre (+3,0%) e la doccia fredda di ottobre (-2,3%) ecco il nuovo risveglio di novembre: un ottovolante che segnala, se ancora ce ne fosse bisogno, l’instabilità della dinamica delle vendite al dettaglio. Una tendenza di “stop and go” che certamente rende difficile consolidare una prospettiva per il futuro e non aiuta le imprese nelle decisioni di investimento”.

“Una visione più strutturata del trend di questo tipo di consumi può venire dall’analisi del dato cumulato dall’inizio dell’anno – continua Cobolli Gigli – Anche in questo caso non arrivano informazioni incoraggianti: un modestissimo +0,2% a valore totalmente frutto della pur contenuta evoluzione dei prezzi, visto che il dato a volume segnala un calo del -0,6%. Ci apprestiamo quindi a chiudere un anno che, dopo la sostanziale stabilità del 2016 (+0,1%), presenterà ancora un’evoluzione davvero modesta”

“Questa situazione di incertezza e debolezza delle vendite al dettaglio è particolarmente preoccupante, perché coincide con una fase delicatissima dello sviluppo del commercio, un settore che si trova a dover affrontare forti cambiamenti nella domanda dei consumatori, innovazioni tecnologiche che incidono pesantemente sull’organizzazione d’impresa e il dirompente impatto delle vendite on line, un mondo che opera con vantaggi fiscali e al di fuori delle regole che limitano promozioni e sottocosto nel commercio fisico e che quindi determina condizioni di concorrenza sleale – conclude il Presidente di Federdistribuzione.