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Assobibe, richiesto un confronto immediato sulla Sugar Tax prevista dalla Manovra 2024

Assobibe, richiesto un confronto immediato sulla Sugar Tax prevista dalla Manovra 2024
Assobibe, richiesto un confronto immediato sulla Sugar Tax prevista dalla Manovra 2024

Assobibe, richiesto un confronto immediato sulla Sugar Tax prevista dalla Manovra 2024

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Federica Bartoli

Di Federica Bartoli

«Il rinvio della Sugar Tax a luglio previsto nella Manovra 2024 dà una boccata di ossigeno alle imprese della filiera ma posticipa solo di pochi mesi gli effetti insostenibili di una nuova imposta che aumenta del 28% la fiscalità su un litro di bevanda analcolica: l’entrata in vigore produrrà un ulteriore indebolimento del mercato, che dopo un anno all’insegna dell’inflazione elevata e un’estate caratterizzata da volumi di vendite decisamente sotto le aspettative, chiuderà in negativo con una contrazione in volume stimata in -5,4% rispetto al 2022*.

In questo scenario, la tassa che colpisce le bibite analcoliche, anche quelle prive di zucchero, rischia di produrre un’ulteriore flessione delle vendite del 15,6% nei due anni successivi all’entrata in vigore, una riduzione degli acquisti di materie prime pari a 400 milioni di euro e 275 milioni di minori entrate Iva per lo Stato, come segnalato da Nomisma. A rischio ci sono oltre 5 mila posti di lavoro». Con queste parole Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia, commenta l’ennesimo posticipo della Sugar Tax contenuto nella Manovra per il 2024 approvata in Parlamento il 29 dicembre scorso.

Per arrivare preparati all’appuntamento con la tassa, i produttori dovranno iniziare a lavorare a un adeguamento di prezzi e procedure già dalla primavera. Questo significa congelare ancora una volta la programmazione e tagliare gli investimenti (-46 milioni, secondo le stime Nomisma), penalizzando un settore che negli anni ha ridotto lo zucchero immesso a consumo del 41%, senza bisogno di alcuna tassa.

«L’ulteriore rinvio a luglio 2024 è un segnale della consapevolezza del Governo degli effetti dannosi di questa tassa, priva di risultati diretti sulla salute, come dimostrano le esperienze dei Paesi dove è stata introdotta, salvo poi cancellarla – afferma Pierini -. Siamo consapevoli che cancellare una tassa per la quale c’è già un decreto attuativo è operazione complessa e il suo ennesimo posticipo è conferma della grande attenzione del Governo verso la filiera delle bevande analcoliche. Ciò nonostante chiediamo con forza un urgente intervento definitivo già nei primi mesi del 2024, così da permettere alle imprese una programmazione adeguata di un anno che sarà incerto e difficile».

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