Confcommercio: il crimine costa 39 miliardi

Confcommercio: il crimine costa 39 miliardi
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È tornata, mercoledì 14 maggio, la giornata nazionale, Legalità ci piace, indetta da Confcommercio, con varie iniziative e due indagini, una svolta da Confcommercio nazionale e l’altra da Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza.
Dall’abusivismo ai cyber attacchi
Cominciamo con la prima. Nel 2024, in Italia, l’illegalità è costata a dettaglianti e pubblici esercizi 39,2 miliardi di euro e ha messo a rischio 276mila posti di lavoro regolari, in leggera crescita rispetto all’anno precedente.
L'abusivismo ha un peso di 10,3 miliardi di euro per il retail e di 7,4 miliardi per la ristorazione; la contraffazione ‘vale’ 5,1 miliardi e il taccheggio 5,4 miliardi. Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 7,1 miliardi e le spese dovute ai reati informatici assommano a 3,9 miliardi.
Il 30% delle imprese del terziario nota, soggettivamente, un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2024.
I furti sono il fenomeno avvertito in maggiore aumento dagli imprenditori (per il 28%, +4,5 punti rispetto al 2023), seguiti da atti di vandalismo e rotture di vetrine e altro (25,4%, +4,3 sul 2023) e dalle rapine (25,3%, +6,4 in confronto al 2023).
L’usura, che negli ultimi anni è stata il fenomeno negativo più in crescita, scende al 20,6% (-3,8% sul 2023).
Il 21,3% dei soggetti denuncia di avere riscontrato episodi criminali legati alla presenza delle baby gang nella zona di operatività dell’impresa e tre imprenditori su dieci temono la ‘mala movida’, soprattutto per il degrado urbano (49,5%) che arreca e per casi di danneggiamento (45,8%).
Infine, più di otto attività su dieci (82,9%) hanno investito per la sicurezza, soprattutto in sistemi di videosorveglianza (64,3%) e allarmi antifurto (53,4%).
Banditi a Milano
E passiamo al sondaggio di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza che mette in parallelo la sicurezza informatica con quella delle strade e territori locali. Sono state interpellate 404 imprese, per l’83% fino a 9 addetti, coinvolgendo, soprattutto, dettaglio non alimentare, servizi, agenti e rappresentanti, ristorazione.
Un terzo (il 37%) è stato vittima di una frode o attacco di carattere digitale, nel 63% dei casi nell’ambito dell’attività professionale e nel 37% nella vita privata.
Il reato più frequente (36%) è il furto di credenziali, dati o denaro attraverso sistemi come per link via e-mail o sms. Il 22% degli imprenditori denuncia, invece, il blocco del sistema con richiesta di riscatto, il 19% un’intrusione con esproprio di identità e il 12% ha indicato di essere stato vittima di phishing.
Secondo la maggior parte dei rispondenti (71%), il primo pericolo per la sicurezza del sistema informatico è da individuare nella possibilità dell’errore umano (per esempio l’apertura di e-mail o link non verificati, password deboli o condivise con terzi, uso di reti wi-fi pubbliche non protette).
Come si riduce il rischio? Con l’attenzione, certamente, ma, per il 62% degli imprenditori, soprattutto con l’attivazione di programmi di protezione – antivirus e firewall sempre aggiornati -, con frequenti backup (55%) e cambi di password (45%).
Per 6 imprese su 10 la diffusione dell’IA rappresenta allo stesso tempo sia un’opportunità sia una potenziale minaccia.
In ogni caso prevale il vissuto positivo visto che il 57,5% di chi utilizza questa nuova tecnologia ha in mente obiettivi chiari e utili: efficienza dei processi aziendali, gestione dell’area commerciale, e gestione dei clienti.
Internet è, del resto, un ottimo specchio della vita fisica, nella quale, le imprese, in quest’area geografica, come del resto su scala nazionale, lamentano furti negli esercizi commerciali e negozi sfitti, che incrementano il decadimento dei quartieri.
Poi, sempre in area lombarda, si rilevano atti vandalici (28,5%) e scippi-borseggi (28%).
Tra Milano città e l’area metropolitana cambia lo scenario di percezione dei fenomeni. Nel primo caso c’è una prevalenza di scippi e borseggi (45%), furti (32%) e vandalismo (30%), mentre nel secondo aumentano i timori dovuti a desertificazione e degrado.
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