Mantengono una marcata attrattività, arma per vincere la diretta concorrenza e differenziarsi a scaffale, i pack dei prodotti di largo consumo, sempre più spesso realizzati con materiali amici dell’ambiente e con processi produttivi a costi controllati al centesimo. Anche il settore del packaging - chiaramente senza rinunciare al design, all’elevato contenuto di servizio e alla sicurezza - sposa quindi le tendenze generali all’economicità e all’eco-friendly. Si tratta di tendenze che sono alla base delle numerose attività di innovazione operate dai player del mercato, che talvolta non esitano a rispolverare, o meglio rivisitare in chiave moderna, tipologie di pack che hanno avuto un grande successo in passato.





Differenziarsi per vincere

Anche il comparto del packaging ha risentito dell'attuale fase di stallo dell'economia.
Gli scaffali dei punti vendita della gdo, qualsiasi categoria di prodotto supportano, è evidente che appaiono agli occhi dello shopper sempre più affollati. Accanto agli articoli di marca le private label occupano un posto di rilievo in crescita e per il consumatore la scelta è sempre più ampia. Spetta quindi alle aziende individuare degli strumenti di differenziazione delle proprie referenze a scaffale. E proprio il packaging rappresenta l’elemento principale di differenziazione e di elevato appeal, oltre che un eccellente veicolo della comunicazione on-pack e uno strumento per mantenere le posizioni di mercato, considerando soprattutto che “nell’ultimo anno – commenta Walter Facciotto, direttore generale Conai - si sono verificati fenomeni di contrazione dei consumi e conseguentemente degli imballaggi immessi sul mercato. Siamo tornati ai numeri di dieci anni fa, registrando il 12% in meno di imballaggi immessi al consumo”. “Gli ultimi 12 mesi – commenta Emilio Carcano, marketing director di Goglio -, complice la crisi economica che ha colpito trasversalmente tutti i settori industriali, hanno registrato la tendenza a una richiesta di ottimizzazione e semplificazione dell’imballo utilizzato per contenere i prodotti”.
Ma quali sono i materiali che nel comparto packaging stanno registrando le crescite più interessanti? “Negli ultimi anni la plastica è cresciuta molto – dichiara Raffaella Premonte, category manager liquid diary products di Tetra Pak Italiana -, soprattutto nel latte fresco. Stiamo assistendo però a un fenomeno inverso con un crescente ritorno al cartone per differenziarsi. Chi sceglie questa strada punta molto su alcuni plus come la protezione del prodotto dalla luce, un alto profilo ambientale e sull'effetto billboard cioè su confezioni che hanno un miglior impatto cromatico a scaffale e una maggior superficie comunicativa”. Le tipologie di packaging che si sono affermate maggiormente sono state quelle in grado di garantire un prolungamento della durata di vita del prodotto – commentano da Sealed Air Cryovac - e negli ultimi mesi quelle che hanno incontrato le richieste di riduzione dei costi logistici e di scarti plastici”.
La crescita del settore dell’imballaggio flessibile a scapito di confezioni tradizionali - vetro, banda stagnata e plastica rigida - è ormai evidente. “Le confezioni flessibili – sostiene Emilio Carcano di Goglio - permettono una riduzione del peso e del volume dell’imballo prima del confezionamento e successivamente in fase di smaltimento, oltre ad essere facili e sicure da aprire e utilizzare.
L’industria, oggi e sempre più in futuro, si sta orientando verso confezioni semplificate ma che garantiscano un’elevata componente di servizio per il consumatore finale: comodità di trasporto, apertura facilitata e possibilità di richiudere ermeticamente la confezione, di avere buste monodose e adatte a rispondere alle esigenze di preparazione di piatti pronti in pochi minuti (microondabilità), o ancora che occupino poco spazio una volta svuotate (elevata compattabilità)”.

Innovare per primeggiare

Il PET è uno dei materiali che si sta maggiormente affermando nel mercato del packaging.
La differenziazione è la naturale conseguenza dei processi di innovazione. Processi continui, nati anche dalla collaborazione tra industria e distribuzione. Processi che coinvolgo indistintamente i comparti food, non food e beverage. Processi che fare i conti con caratteristiche che non possono venire meno: praticità, estetica e funzionalità.
“L’innovazione – commenta Giuseppe Odelli di Go Pack - è importante, direi fondamentale, nell’offerta del packaging e nuovi prodotti vengono sempre richiesti da clienti e utilizzatori. Chiaramente l’innovazione si trova a dover fare costantemente i conti con il fattore prezzo, considerando che soprattutto nel momento attuale il mercato non è in grado di accettare dei costi un po’ elevati che l’innovazione naturalmente comporta”. Anche nel 2010 l’azienda continuerà a sviluppare dei pack dedicati all’alimentare fresco, principalmente per pasta fresca, caseari e carne. Innovazione all’insegna della semplificazione e del rispetto dell’ambiente anche in casa Goglio.
I processi di innovazione messi in atto da Tetra Pak hanno portato all’ingresso sul mercato di “prodotti a base soia nel nuovo pack Tetra Gemina Aseptic - commenta Raffaella Premonte - e siamo in procinto di lanciare altri formati sia nel Fresco che nell'UHT. Il razionale è sempre quello di offrire maggiore servizio al consumatore finale (una migliore versata, una più facile stockabilità, una presa più semplice per i bambini) mantenendo però i costi competitivi con altri tipi di packaging”.
Si conferma una delle principali linee guida del percorso di innovazione delle aziende l’attenzione all’ambiente, a cui anche il consumatore pare molto interessato. Proprio questa linea guida ha portato ILIP a utilizzare materiali quali R-Pet, ovvero PET proveniente dalla raccolta differenziata e successivo riciclo meccanico, e il PLA, che offre un eccellente livello di “carbon footprint”, è comportabile e resta la sola, reale, alternativa biologica per ottenere un imballaggio trasparente che abbia le medesime caratteristiche prestazionali della plastica convenzionale. “Le più importanti insegne della gdo europea – fa saper Riccardo Pianesani, legale rappresentante di ILPA srl, divisione ILIP -, soprattutto inglesi, tedesche e olandesi, ci chiedono sempre più regolarmente di utilizzare materiali plastici eco-compatibili. Un’altra richiesta sempre più frequente da parte delle insegne della gdo estera è il “down gauging”, ovvero la diminuzione dello spessore della lamina plastica per produrre cestini e vassoi di grammatura più leggera”. Seguendo questa direttiva, unita a quella della creazione di confezioni monoporzione ILIP ha recentemente lanciato sul mercato – in collaborazione con un’importante insegna distributiva anglosassone – un packaging da 250 gr per l’uva.Investe in innovazione il 2% del fatturato annuo Sealed Air Cryovac che recentemente ha lanciato una nuova tecnologia per il confezionamento di carni fresche Cryovac Mirabella e un sistema integrato antitaccheggio, realizzato in collaborazione con Checkpoint Systems, per prodotti alimentari confezionati in sacchi termoretraibili Cryovac Smartpak. Il primo sistema permette il contatto tra prodotto e film senza fenomeni di decolorazione e assicura una riduzione dello spazio di testa, una confezione più sottile che occupa meno spazio a scaffale e un’esposizione verticale per una migliore visibilità del prodotto.

Quel mondo intorno al packaging

Secondo il Conai negli ultimi dodici mesi oltre il 60% dell'immesso al consumo di imballaggi è stato avviato al riciclo.
Per tracciare un quadro completo del settore packaging mancano ancora delle considerazioni. Una menzione a parte spetta alle attività di riciclo, elemento cardine della linea guida eco-friendly seguita dai produttori e tema a cui la gdo mostra una spiccata sensibilità con alcuni marchi che sono diventati promotori di iniziative sul riciclo degli imballaggi. Negli ultimi dodici mesi “le quantità avviate a riciclo – commenta Walter Facciotto, direttore generale Conai - sono diminuite, ma soltanto in valore assoluto: dai dati a preconsuntivo si prevede infatti di superare la quota percentuale di riciclo del 60% dell’immesso al consumo di imballaggi, con un aumento di circa il 3% rispetto all’anno precedente. Anche per quanto riguarda le quantità complessivamente recuperate, comprensive della quota di rifiuti avviata a recupero energetico, si parla di un risultato superiore al 70% dell’immesso al consumo”.
Per l’anno in corso il consorzio Conai continuerà a lavorare nella direzione dell’ecosostenibilità del packaging e sarà protagonista di due importanti iniziative nel campo della prevenzione: l’Oscar dell’Imballaggio e la pubblicazione del quarto Dossier Prevenzione. “La prima manifestazione – spiega Facciotto – è organizzata dall’Istituto Italiano Imballaggio e quest’anno, insieme a Conai, premierà le imprese che hanno portato avanti iniziative di prevenzione sul packaging. Il Dossier Prevenzione, invece, si presenta come una rassegna di eco-imballaggi prodotti e utilizzati dalle imprese, appartenenti anche al settore della grande distribuzione. Le pratiche esemplari attuate dalle aziende – alleggerimento dei volumi e dei pesi, uso di materiali riciclati, ecc. – diventano così un modello e un incentivo per le altre a migliorare l’impegno in campo ambientale”.

Tecnologia nei pack

Checkpoint Systems Italia investe nello sviluppo di tag a radiofrequenza facilmente integrabili nei pack di prodotti food e non food.
I continui processi di innovazione a cui il packaging è soggetto non si limitano a migliorare aspetti di design e a ridurre il peso degli imballi ma coinvolgono sempre più anche la tecnologia, in particolare la radiofreqenza, con una finalità: ridurre i furti all’interno dei punti vendita della gdo e della gss e, di conseguenza, le differenze inventariali registrate dai retailer. Stiamo parlando di furti consistenti, che nel 2009 secondo il Barometro Mondiale dei Furti nel Retail hanno toccato i 3,8 milioni di euro.
Pioniere delle tag a radiofrequenza specifiche per i pack è Checkpoint Systems Italia, che “da alcuni anni ha avviato una partnership vincente con Cryovac – fa sapere Flavio Musci, product manager per i sistemi di protezione alla fonte – per collocare le etichette direttamente nelle confezioni di alcuni dei prodotti tra i più rubati in gdo, quali Parmigiano Reggiano, Grana Padano e salumi a tranci, senza sostanzialmente cambiare il processo produttivo delle aziende. In futuro prevediamo di poter inserire delle tag anche nei pack dei prodotti ittici e di sviluppare ulteriormente le nostre recenti novità: un’etichetta con due strati di polipropilene ideale per il contatto diretto con gli alimenti e cibi umidi e le tag di dimensioni ridotte adatte ai prodotti cosmetici, come mascara e matite per occhi”.
Facilmente disattivabili con uno scanner barcode, integrabili nelle confezioni di prodotti food e non food e flessibili, le etichette antitaccheggio rappresentano il futuro del packaging e garantiscono indubbi vantaggi ai retailer, tra cui la diminuzione delle differenze inventariali, la protezione continua delle referenze e l’incremento delle vendite, grazie alla possibilità da parte dei clienti di toccare e provare il prodotto prima dell’acquisto.