Slitta di due mesi lo "spesometro" per i commercianti
Slitta di due mesi lo "spesometro" per i commercianti
Slitta di due mesi lo "spesometro" per i commercianti
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Redazione
Una buona notizia per i commercianti. Slittano al primo di luglio i termini per comunicare al fisco i dati relativi allo “spesometro”, ovvero agli acquisti di beni e di servizi oltre i 3.600 euro, Iva inclusa, per i quali non è prevista l'emissione di fattura.
Gli interessati avranno cioè 2 mesi in più per provvedere al completamento dei necessari adeguamenti, anche di tipo tecnologico, connessi all'adempimento. I 60 giorni costituiscono, inoltre, un importante margine di tempo anche per consentire all'Agenzia delle Entrate di ritoccare il nuovo strumento di accertamento. Soprattutto, le Entrate vorrebbero escludere dagli obblighi di comunicazione tutti gli acquisti effettuati con moneta elettronica, i cui dati oggi restano di difficile reperimento da parte del fisco, se non passando per le indagini finanziarie.
Del resto, lo stesso direttore dell'Agenzia aveva già segnalato che lo spesometro sarebbe entrato in vigore senza la "duplicazione" delle carte di credito (ma anche probabilmente di altri strumenti tracciabili, come, per esempio, i pagamenti attraverso assegni bancari).
Per i prossimi mesi (fino al primo luglio) è attesa quindi una correzione normativa alla tracciabilità degli acquisti sopra i 3.600 euro. E probabilmente il Governo, nelle prossime settimane - in occasione per esempio della presentazione del decreto sviluppo - interverrà in proposito, presumibilmente optando per uno spesometro solo "in contanti”.